Negli ultimi giorni si è fatto gran parlare del problema del caro affitti relativo agli studenti universitari, soprattutto dopo la protesta “in tenda” fuori dai principali atenei d’Italia. Ma in realtà il problema dei costi esorbitanti per un posto letto o un alloggio in affitto è già noto da tempo.
A gennaio scorso, ad esempio, è esploso il caso della collaboratrice scolastica pendolare, Giuseppina Giugliano, che, in servizio a Milano, preferisce fare ogni giorno la pendolare da Napoli, città di cui è originaria, alla Lombardia, e ritorno invece di trovare una casa in affitto nel capoluogo lombardo. A detta sua questa è la soluzione per lei più economica.
“A conti fatti ho realizzato che, tra affitto, bollette e spesa, avrei consumato tutto il mio stipendio se mi fossi trasferita a vivere al Nord e molto probabilmente avrei anche dovuto chiedere alla mia famiglia di aiutarmi economicamente. Invece così, continuando a vivere a Napoli, riesco anche ad avere dei risparmi“, ha raccontato.
Docenti e Ata spesso sono costretti ai salti mortali per arrivare a fine mese, con oltre 500 euro per un posto letto più le bollette e le spese quotidiane. Senza contare i costi esosi dei biglietti aerei per chi vuole approfittare di qualche giorno di vacanza per rientrare dalla famiglia. Si possono spendere anche 400 o 500 euro per acquistare un biglietto ad esempio per tornare in Sicilia per le vacanze di Natale o di Pasqua.
E per uno stipendio che rimane sempre lo stesso (fra i più bassi d’Europa), l’inflazione e i prezzi aumentano. Così, a fine mese, oltre la soddisfazione di fare “il mestiere più bello del mondo” di spicci in tasca non ne restano affatto.
La Tecnica della Scuola chiede ai lettori la propria testimonianza sulla vicenda del caro affitti partecipando al sondaggio. All’interno si troveranno le seguenti domande:
Qual è il tuo ruolo?
Quanto spendi in media al mese per un affitto da fuori sede?
Quanto spendi in media da fuori sede per le spese extra al mese (bollette, trasporti, ecc)?
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