Un docente entra di ruolo (spesso a distanza di centinaia di km da casa). Firma il contratto a tempo indeterminato il primo di Settembre (ammesso che trovi un alloggio) sulla base di essere fino al primo stipendio, unicamente percettore del sussidio di disoccupazione, assolutamente modesto e comunque mai puntualmente accreditato sul conto corrente. Per trasferirsi in un’altra città o regione deve trovare un appartamento o un paio di stanze in affitto anticipando al proprietario, almeno 3 mensilità (circa 1500/1800 euro) e accollandosi tutte le spese di trasloco, viaggio e quant’altro al caso. OVVIO PERTANTO, che se gli insegnanti non avessero un sostegno economico da parte dei familiari, non potrebbero assolutamente accettare il posto.
In più occasioni mi sono chiesta perché lo Stato italiano non interviene concedendo un prestito a tasso agevolato a favore degli insegnanti che in questo caso necessitano di un assoluto aiuto economico, le rate potrebbero essere prelevate direttamente dalla busta paga e dato che siamo dipendenti dello Stato, lo Stato agirebbe assolutamente in autotutela del credito. Da considerare che un docente senza un lavoro fisso non ha alcuna possibilità di ottenere un prestito da un istituto di credito, non potendo presentare una busta paga a garanzia. Sarebbe un fulgido esempio di civiltà da parte dello Stato italiano verso i propri dipendenti e un’opportunità per chi non dispone di risorse finanziarie per poter iniziare un nuovo percorso lavorativo. Vorrei sottolineare che questa operazione non solo sarebbe garantita dalla busta paga degli insegnanti, appunto dipendenti pubblici, ma assolutamente a costo 0 per lo Stato.
Francesca De Martin
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