Il caro affitti denunciato dagli studenti universitari delle grandi città e dalle loro famiglie riguarda pure i lavoratori fuori sede. E una delle categorie con più alto numero di casi riguarda gli insegnanti della scuola pubblica, compreso il personale Ata.
La Tecnica della Scuola ha chiesto ai suoi lettori, attraverso un sondaggio, quanto arrivano a spendere al mese per l’affitto degli appartamenti, bollette comprese, decine di migliaia di lavoratori della scuola, di ruolo e precari (la maggior parte dei quali “emigrati” da Sud Italia in scuole del Centro-Nord): l’obiettivo è quello di capire se uno stipendio base possa bastare ad affrontare il caro vita.
Il dubbio è lecito. Anche perchè nell’ultimo decennio i compensi nella scuola, come nel pubblico impiego, sono aumentati appena del 7,5%, a fronte di un’inflazione che solo nell’ultimo anno ha sfiorato quella percentuale producendo un vistoso aumento dei prezzi.
Ebbene, i dati del campione che ha partecipato al sondaggio hanno confermato che c’è poco da ridere: per i docenti e Ata fuori sede è emersa una spesa media complessiva, per gli affitti e per le utenze, attorno ai 1.000 euro al mese. Considerando uno stipendio base di 1.300-1.400 euro netti al mese, è possibile trarre la conclusione: la spesa mensile affrontata per affitti e bollette non è sostenibile sia per chi vive da solo, sia per chi ha una famiglia a carico.
Dal sondaggio, a cui hanno partecipato 321 utenti, di cui l’89,4% docenti, è emerso che la maggior parte – il 41,3% – spende tra i 500 e i 700 euro al mese di affitto; solo il 34.3% ha dichiarato di spendere meno, tra i 400 e i 500 euro.
Per quanto riguarda le spese extra al mese (bollette, trasporti, ecc.), la quota maggiore di insegnanti che hanno partecipato al sondaggio, il 44,1% , ha dichiarato di spendere in media tra i 100 e i 300 euro al mese; il 40,6% addirittura tra 300 e 500 euro.
“Questo significa che alcuni prof superano complessivamente addirittura i 1.000 euro al mese: una somma che si commenta da sola (per le spese quotidiane utili a vivere rimane davvero poco!) e giustifica ampiamente le fortissime pressioni che tanti docenti e Ata fanno quotidianamente per avvicinarsi a casa”, ha commentato Alessandro Giuliani, direttore della Tecnica della Scuola.
Precisiamo che l’indagine è stata realizzata dalla testata giornalistica “La Tecnica della Scuola” nel periodo che va dal 12 al 17 maggio 2023. Hanno partecipato 321 soggetti. Il sondaggio non ha carattere di scientificità: i risultati derivano da conteggi automatici.
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