I lettori ci scrivono

Caro alunno nativo digitale, riguardati. E salutami i quaderni

Quest’anno non mi va di preparare il mio bravo elenco di richieste…in barba, programmi, compiti ed esercizi.

Non mi sento in vena di spremermi le meningi alla ricerca delle cose più belle e più buone da sottoporre alla tua attenzione.  Quest’anno niente di tutto ciò che è la routine della nostra grotta, aula.

E’ tempo di stare a casa, distanti e vicini in un luogo che tu abiti da tempo.
Nativo digitale, che io imparo con fatica, è tempo di creare uno spazio libero e creativo, una nuova grotta, aula virtuale. sperimentiamo!

Non lasciarmi sola. Ho anch’io una tranquilla paura. Avere paura è necessario per salvarci, tutti.

Quest’anno niente programmazione formale. No, non è che questa cosa improvvisamente non mi interessi più…Ho la sensazione di aver sbagliato tutto, nei (molti) anni in cui ho spostato le mie richieste nella tua capacità di accoglierle, sentendomi in pace con me stessa.

Convinta che fosse questa la strada giusta che mi metteva al riparo dalla cattiva coscienza.

Fino ad ora me la sono presa con te perché non riuscivi a correre dietro i miei amati libri, incontri con autori, video conferenze di luminari della medicina, della psicologia, della comunicazione, delle neuroscienze, film complicati e favole antiche….oggi, sarebbe meglio fare altre scelte .

Accorciare il tiro, forse. Guardare più vicino. In famiglia, al lavoro, verso i vicini di casa, tra gli amici, per strada (la strada abitata ancora, purtroppo, dai senza fissa dimora)
Impegnarmi in prima persona nell’essere più attenta al mondo.  Meno distratta, meno approssimativa.

Andare più nel dettaglio: un sorriso in più, una cortesia non richiesta, una telefonata solidale. Una scelta eticamente oculata negli acquisti, nei consumi, nei viaggi.

Non pensiamo, insomma, che qualcun altro provvederà a migliorare il mondo. Penso, non ridere, che debba essere io stessa. Come dici, scusa?  Che ci vuole altro che il mio impegno per migliorare il mondo?

Che sai quanto poco potrò cambiare le cose? Hai ragione. Ma, al solito, tanti poco faranno un molto.

Cosa? Sto ricominciando a fare conto sugli altri? Vero. Allora mettiamola così: ognuno farà quello che crede. L’ importante è fare. Non solo sognare. Ti farò sapere come andrà. Quanto a te, riguardati. E salutami i quaderni.

 

Rosaria Scaraia 

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