Un futuro, una scuola sicura e che tuteli il diritto fondamentale allo studio: questo il contenuto della lettera a Babbo Natale.
I ragazzi chiedono una soluzione, “perché non dobbiamo smettere di sperare, in questi giorni di occupazione abbiamo cercato una soluzione ma non siamo ancora riusciti a trovare del tutto, non per questo però smetteremo di lottare”.
“Quello che ci interessa ora più di tutto è il nostro futuro – scrivono i ragazzi – un futuro che noi riusciamo a vedere solo grigio, caratterizzato da ignoranza e precarietà, un futuro che ci vede costretti a pagare per delle colpe che non sono le nostre, un futuro che noi vogliamo cambiare ma non riusciremo a farlo fino a quando saremo da soli a lottare”. I ragazzi poi chiedono “una mano per costruire, insieme a chi può e deve insegnarci, un futuro nel quale non vige la regola del più forte ma si ha la capacità di ascoltare, dialogare e trovare una sintesi assieme”.
“Non ci fermeremo neanche davanti ai muri che ci vengono costruiti da chi, giorno dopo giorno, dovrebbe formarci e trasmetterci quella consapevolezza che è necessaria a crescere. In questi giorni di occupazione – proseguono gli studenti del Vittoria Colonna – abbiamo dimostrato che siamo in grado di autogestirci, che ci piace studiare e viverci la scuola sempre anche dopo le 6 ore che passiamo qui a seguire materie di routine, che siamo dei ragazzi come si dice ‘con la testa sulle spalle’, in grado di pensare e creare”.
“Siamo ragazzi che hanno capito che un popolo ignorante è più facile da governare – dicono ancora i ragazzi – e che noi, quel popolo, non vogliamo esserlo. Non vogliamo essere delle pecore che seguono il gregge, per questo continuiamo a dire, che una scuola nella quale gli studenti siano protagonisti e non solo fruitori è possibile. Vogliamo essere ascoltati, seguiti davvero, vogliamo insegnanti fissi che ci accompagnino nella nostra formazione e non insegnanti che vanno e vengono, vogliamo la scuola aperta il pomeriggio per seguire corsi gestiti da noi, vogliamo soprattutto delle scuole sicure e che non caschino a pezzi, vogliamo essere considerati per quello che realmente siamo: IL FUTURO”.
“E lo diciamo senza paura, caro Babbo Natale, che il futuro che ora ci viene offerto non ci va bene. In questi giorni abbiamo organizzato diversi corsi e qualche conferenza, la più interessante per noi è stata quella su ‘La Buona Scuola’, un docente precario è venuto qui a spiegarci quello che ci aspetta, quello che sarà la scuola se le cose continueranno ad andare in questo modo, una scuola sempre più chiusa, sempre più divisa, la scuola dei meriti che tanto abbiamo criticato in questi ultimi anni”.
“Quindi caro Babbo Natale le nostre richieste sono chiare, senza dilungarci troppo sui discorsi contro il nuovo testo di Renzi sulla scuola o sulle motivazioni interne che ci hanno spinto a compiere l’atto illegale di occupare. Chiediamo una scuola, degna di essere chiamata cosi, una scuola che ci formi davvero e che sia sicura. E chiediamo che venga tutelato il nostro diritto fondamentale: IL DIRITTO ALLO STUDIO. In proposito – concludono gli studenti – vorremmo specificare che noi con l’occupazione non pensiamo di aver leso questo diritto per il semplice fatto che abbiamo creato una reale proposta alternativa autogestendoci; questo diritto invece viene leso quando mancano i docenti o quando questi non sono preparati. E chiediamo anche che vengano tutelati i diritti dei docenti, in quanto hanno il compito di creare con noi il futuro di questo Paese”.