Caro Babbo Natale, portami un lavoro

L’Ansa riferisce che i regali più ambiti dagli italiani sono: posti di lavoro e meno tasse. Loro lo chiedono innanzitutto al Governo, ma vista la sua impegnativa sordità si rivolgono a Bobbo Natele, sperando che li trovino sotto l’albero. Lo rileva un sondaggio Confesercenti-Swg, secondo il quale quasi sei italiani su 10 (il 56%), indicano quale priorità la creazione di nuove opportunità di lavoro; il 27% vorrebbe un taglio dell’imposizione fiscale per poter utilizzare al meglio le proprie risorse.
Riguardo alle spese per le feste natalizie, al lumicino (il 4%) la quota di connazionali decisi e spendere di più (erano due su 100 l’anno scorso) rispetto al 2012, ma quasi un italiano su due (45%) è condizionato da tasse e crisi. E la maggioranza – ben il 65% – sostiene che spenderà di meno. Il monte tredicesime sarà di oltre 42 miliardi, ma la fetta ‘catturata’ da mutuo e conti da pagare è sempre più ampia. Si evidenzia infatti un calo della parte utilizzata per gli acquisti: saranno 21 miliardi e mezzo, 140 milioni in meno rispetto al 2012.
Il sondaggio Confesercenti-Swg tratteggia un Natale ancora difficile ma che non cede al pessimismo, anzi nel quale c’è posto per la speranza in cui si rifugia poco più della metà degli italiani. Una speranza che appare però più forte fra gli ultracinquantenni che fra i giovani, mentre la sensazione di difficoltà è più acuta fra i quarantenni.
Sarà il Natale dei regali utili e di tredicesime ancora una volta utilizzate soprattutto per far fronte agli impegni di spesa.
Sotto l’effetto di una crisi che ha ristretto vistosamente il numero di coloro che riescono ad arrivare alla fine del mese con il loro reddito.
A pesare sulla spesa soprattutto la situazione economica personale, che il 24% (l’8% in più dello scorso anno) indica come fattore condizionante.
Al secondo posto le tasse, indicate dal 21% (+3% su 2012): sommando i due gruppi, quasi un italiano su due quindi (45%) si dice condizionato e frenato sui consumi.
Inoltre, la mancanza di fondi crea preoccupazione sui prezzi per il 21% (+6% rispetto allo scorso anno) degli italiani, specialmente i più giovani, mentre i rimanenti si dividono tra incertezza sul futuro (14%), erosione del risparmio (10%) e preoccupazione per il posto del lavoro (+8%). Cresce poi l’utilizzo della tredicesima mensilità per pagare mutuo e conti in sospeso: a questo scopo verranno destinati 11, 8 miliardi, il 18,2% in più dello scorso anno, mentre cala la quota destinata alle spese di famiglia (14,7 miliardi, -1,5%) e crolla il risparmio, a cui andranno solo 8.8 miliardi di euro, l’11,4% in meno.
Le tasse restano un’ossessione per gli italiani. Babbo Natale pensaci tu, sembrerebbe dire quel 34% di italiani (16,3 milioni) che vorrebbe vedere diminuire l’imposizione sui redditi, mentre il 19% vorrebbe vedere detassate le tredicesime. Quota identica a chi invece vorrebbe che fosse più leggera la prossima tassa su servizi e rifiuti, mentre il 14% e il 12% auspicano, rispettivamente, che l’Iva torni al 20% e che si fermino gli incrementi delle accise (problema che secondo il sondaggio sta a cuore soprattutto ai giovani, con evidente riferimento soprattutto ai carburanti).

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