Questa volta tocca ad un musicista, altre volte ho visto giornalisti, madri, medici…Ecco, una schiera di persone non competenti in materia che giudicano la scuola, una scuola in cui non hanno più messo piede da quando l’hanno terminata.
Al signor Bollani ho molto da contestare:
– i programmi, si informi, non esistono da anni. Ora l’obiettivo è quello di raggiungere determinate competenze, seguendo percorsi personalizzabili
– un 5 in storia dell’arte o in qualsiasi altra materia non significa appiattire, uniformare, tarpare le ali. Significa che quella singola prova non è andata bene, significa “capiamo perché e, se possibile, miglioriamo. Se non miglioriamo, vuol dire che sono altri i tuoi punti di forza”
– quello che un insegnante sa o intuisce di un alunno è spesso fondamentale per il presente e il futuro di un alunno. Se un ragazzo ha un insegnante che crede in lui, non sarà perduto. I ragazzi si aprono e si sentono valorizzati da un insegnante che, anche se gli mette un cinque, lo rispetta e lo ascolta
– a scuola non avviene alcuna repressione del libero pensiero. È, al contrario, l’unico luogo dove il pensiero autonomo e divergente è possibile e, addirittura, richiesto dalla legge.
di Alessia Cogato
Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “La meraviglia delle scoperte” tenuta da Dario De Santis dal titolo: “I Simpson, nel…
"Servirebbero più risorse per la scuola pubblica e per l'istruzione per garantire il diritto al…
I compiti a casa sono il momento del consolidamento e della rielaborazione delle conoscenze, e dell'esercitazione…
È partito il 21 scorso alle 15,10 da Torino Porta Nuova il "Sicilia Express", il…
Una aspirante partecipante al concorso ordinario PNRR 2024 della scuola primaria e infanzia, ci chiede…
Il 19 dicembre 2024 segna un passo decisivo per l’organizzazione del concorso docenti. Con una…