Si rimane basiti a leggere l’intervista del Ministro Bussetti pubblicata oggi dal “Corriere della sera”.
Il Ministro, citando la nonna, sostiene che nella scuola ci si debba scaldare “con la legna che si ha”. Un’affermazione paradossale se si considera che la poca legna di cui dispone il mondo dell’Istruzione pubblica dovrebbe scaldare milioni di giovani cittadini.
Per noi socialisti l’accettazione per il popolo di un destino di ristrettezze è inimmaginabile. Essere socialisti non vuol dire accontentarsi dell’esistente ma battersi per un futuro migliore. Per questo riteniamo irricevibili le affermazioni del Ministro.
Il PSI esprime anche dubbi sulla regionalizzazione dei docenti che temiamo possa rappresentare l’anticamera per un’ulteriore aziendalizzazione e privatizzazione dell’istruzione.
Se ciò non bastasse, il Ministro nell’intervista sembra abbia confermato che non verrà abolito il numero chiuso a medicina.
Noi socialisti pensiamo ad un università libera, aperta a tutti i cittadini, in cui sia il percorso di studi stesso a rappresentare non una selezione (termine alquanto darwiniano) ma la presa di coscienza di ogni giovane delle proprie attitudini e possibilità.
Il PSI chiede quindi al Ministro di impegnarsi nella ricerca dei fondi necessari a far si che alunni, docenti e personale della scuola possano finalmente lavorare con la necessaria serenità.
Luca Fantò – Referente nazionale PSI scuola
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