Gentile redazione, scrivo per dare voce al senso di ingiustizia che sta avvelenando le mie giornate.
Dopo il diploma magistrale conseguito nel 1998, mi sono laureata in filosofia con indirizzo psicologico ed ho meritato la lode. Ho frequentato per tre anni la scuola di danzaterapia, un master per consulente d’orientamento scolastico ed un corso per tecnici Aba.
Sono laughter yoga leader.
Ho sempre cercato risposte ai miei tanti interrogativi e ho sempre letto e studiato. Conosco il pensiero strategico di Nardone e quando insegno, creo e ricreo attività per rispondere con efficacia ai bisogni di ciascun bimbo, alle modalità d’apprendimento di ciascuno, seguendo all’unisono il principio dell’inclusione e del rispetto del singolo.
A mie spese ho commissionato la costruzione di giochi didattici particolari, intravedendo soluzioni possibili e creando situazioni proficue.
Purtroppo ho sempre lavorato nelle paritarie che mi davano l’opportunità di seguire gli alunni per 5 anni e dare loro tutto ciò che ero in grado di dare. Ma per l’onorevole Di Maio e il ministro della pubblica Istruzione la mia cultura e l’esperienza decennale nella scuola paritaria, non valgono nulla. Peccato!
Non sento di vivere in un Paese democratico, nemmeno in un Paese che dà, come in passato, valore al sapere.
Dalla filosofia, dall’antropologia, dalla psicologia si evincono le strategie didattiche, ma la didattica oggi sembra una scienza epistemologicamente autonoma che senza domandarsi chi sia l’uomo e come apprenda, insegna all’uomo.
Nulla di ciò che ho studiato e professionalmente fatto, per i ministri ben pensanti, ha valore. Anziché l’anima avrei dovuto seguire i dettami delle leggi distorte e interpretabili a seconda degli interessi politici.
Io però da insegnante in continua formazione, quale ritengo di essere e da filosofa quale sono, ho cercato e continuerò a cercare per garantire a tutti gli alunni la possibilità d’apprendere e per insegnare alle generazioni future, che solo la cultura e la conoscenza rendono consapevoli e liberi.
Credo sia anticostituzionale escludere i lavoratori delle paritarie. Tali scuole hanno dato la possibilità a molti insegnanti di accumulare punti e di entrare a far parte dei docenti, impiegati presso le scuole statali. La legge non è uguale per tutti…
Speriamo che le generazioni future se ne accorgano tardi, altrimenti noi educatori e docenti non avremo molto a cui appellarci, quando dovremo insegnare ad avere fiducia.
Simona Sottotetti