Qualche giorno fa ci siamo occupati della situazione di alcune scuole italiane che si trovano far fronte all’inverno. Sono molti i casi in cui gli studenti sono costretti a stare tra i banchi indossando cappotti e giubbotti a causa delle basse temperature e del caro energia, che costringono molti edifici a non tenere alti i riscaldamenti o addirittura a spegnerli.
Una situazione surreale che ha portato alcune scuole di Alcamo, in provincia di Trapani, secondo quanto riportano alcune testate locali come Alcamondoblog e Alpauno, ad aumentare il contributo scolastico volontario per ogni studente di trenta euro, proprio per accendere i termosifoni.
Non si tratta quindi di un obbligo, certo. La notizia ha però fatto infuriare gli studenti che credono che non si debba gravare sulle famiglie. Lo scorso 16 dicembre, infatti, è stato organizzato uno sciopero per protestare contro la decisione, supportato dalla Rete degli Studenti Medi Sicilia. Gli istituti che hanno partecipato sono il Liceo Giuseppe Ferro, il Cielo d’Alcamo, il Fazio Allmayer e l’Istituto Piersanti Mattarella.
Nel comunicato in cui è stata annunciata la manifestazione, diramato lo scorso 14 dicembre dai rappresentanti delle scuole e dalla Rete, si denuncia la “mancanza di fondi del Libero Consorzio Comunale di Trapani” e il “trasferimento di colpe tra Regione e Governo” e la mancanza, da tempo, di chiarimenti. La richiesta degli studenti? Un tavolo di confronto con l’Ufficio Scolastico Regionale per far fronte alla situazione. Resta da vedere se gli studenti siano davvero riusciti a smuovere le acque.
“Termosifoni spenti, istituzioni assenti. A pagare siamo sempre noi”, “saltiamo le lezioni per darne una a voi”, questi sono alcuni degli slogan ripetuti in piazza dai manifestanti.
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