Caro Ingroia, la parola ‘vigileremo’ non esiste

Riporto testualmente le parole di Ingroia, Azione Civile, ovvero, il movimento politico da lui fondato, in cui chiede al Governo di cambiare la chiamata diretta, dare precise direttive ai dirigenti scolastici e inviare ispezioni, per fermare questo meccanismo che rasenta ormai il ridicolo.
Quasi a far eco alla Giannini, vigileremo, frasario che ci ricorda un triste periodo. Con tutta la stima per l’ex magistrato, è, doveroso chiedersi, se il vigileremo lo soddisfa.
Caro Antonio, oggi si legalizza, quello, che, nel comparto scuola è stato sempre un modus operandi, uno spregio, tra, i tanti del Decreto Legislativo 297/94, Testo Unico, quello, che al pari della Costituzione, non doveva essere modificato, il Vangelo del comparto. Peraltro, circolano, sempre più spesso, notizie su irregolarità presunte o reali nelle procedure della chiamata dei docenti dagli albi, ovvero, la preistoria dei diritti essenziali della persona, i presidi pretendono garanzie anacronistiche, maternità e figli piccoli sono fattori discriminanti.
Caro Antonio, per quanto, mi consta, il vigileremo non è mai esistito, almeno sin dal 2001, anno in cui, da sindacalista in erba, iniziai la mia crociata, contro contratti, in essere, non per diritto di graduatoria, ma, ai sensi e per gli effetti del codice civile, articoli 74, 75 e seguenti, gradi di parentela ed affinità. Istituti, trasformati in uffici di collocamento per parenti e affini dei D.S. e dei D.S.G.A.. Le Istituzioni scolastiche centrali, il cui, compito precipuo è ed era vigilare, ti assicuro, non furono al mio fianco, anzi, fui isolato come se fossi portatore di hiv.
Le mie battaglie le ho vinte, il prezzo è stato, che, chi sapeva, del mio impegno sindacale, mi ha evitato e/o emarginato, ma, lo rifarei e lo rifarò. Ricorda, Antonio, il grande Falcone, chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola, è il mio credo

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