Indubbiamente Valeria Fedeli (nuovo Ministro dell’Istruzione) ha commesso un errore nel dichiarare nel suo CV il possesso di una laurea che non corrisponde ai fatti. Grave superficialità davanti ai tantissimi insegnanti laureati, molti dei quali continuano ad alimentare il loro “tesoretto” culturale e professionale frequentando Master, corsi di formazione e aggiornamento. E questo impegno non comporta benefici economici!
Occorre puntualizzare, però, che il possesso di un diploma di laurea “ipso facto” non corrisponde a conoscenze e abilità adeguate. Se poi queste si “storicizzano”, cioè rimangono confinate al periodo universitario ci troviamo di fronte al fenomeno dell’analfabetismo di ritorno. Questo produce il fenomeno del “meno cinque”, ben illustrato dalla ricerca internazionale Piaac – Programme for the International Assessment of Adult Competencies (2014) –, un’indagine sui livelli di conoscenza e capacità degli adulti in lettura e comprensione di testi scritti, risoluzione di problemi matematici, conoscenze linguistiche. In sintesi il profilo culturale, se non è coinvolto in un processo di “formazione permanente”, regredisce di cinque anni, rispetto ai livelli massimi raggiunti con gli studi.
Detto questo, il Ministro può rimediare a questa gaffe con una serie di decisioni politiche che costituirebbero una discontinuità reale con i suoi ultimi predecessori “Prof” (Profumo, Carrozza, Giannini), condizionati dal “verbo economico” del liberismo.
Innanzitutto stabilire per legge che gli alunni per classe non possono superare i 20, mettendo definitivamente in soffitta l’aberrante soluzione organizzativa delle classi pollaio e superpollaio. La qualità dell’offerta formativa parte dalle classi!
Inoltre le suggerisco di convincere il Ministro Madia a non far partire la trattativa contrattuale tra l’Aran e i sindacati, considerata l’irricevibile e irriguardosa proposta dei 85€ lordi, distribuiti nel triennio 2016-2018.
Nomini i suoi sottosegretari, individuandoli dal mondo della scuola (badi bene non digitato ” dal mondo accademico”) che abbiano un’esperienza di aula di quindici anni. Siamo stanchi dei tanti “esperti”, senza però competenze di aula.
Corregga le storture della L. 107/15 (ad esempio gli ambiti territoriali) votata anche da Lei, la sua filosofia economica ( inventare nuovi compiti a costo zero o non adeguatamente compensati. Un esempio gli Animatori Digitali!).
E per finire torni a dialogare con i docenti, a guardare i loro visi, dai quali traspare la passione per l’educazione, per il futuro!
Se agirà in questo modo, mi creda, dimostrerà di “essere contro” , perché schierata dalla parte dei ragazzi e degli insegnanti, allontanando in questo modo i sospetti di essere stata chiamata ad occupare solo una sedia!
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