I lettori ci scrivono

Caro ministro Fioramonti, parli anche dell’inclusione scolastica!

Lungi dall’unirci alle critiche mosse dai Suoi detrattori già dall’inizio del Suo mandato, che troviamo gratuite e faziose, dobbiamo dire, con dispiacere, che non abbiamo letto o ascoltato nelle Sue dichiarazioni riguardo alle priorità del programma del Ministero, neppure un minimo accenno all’Inclusione Scolastica, tema che sta a noi tanto a cuore e che, Lei riconoscerà, richiede
innegabilmente una speciale attenzione.

Visti gli ormai innumerevoli tentativi che abbiamo messo in pratica in questi mesi per metterci in contatto con Lei (da quando ancora ricopriva la carica di Vice Ministro, fino ai giorni in cui, con
nostro piacere, è stato nominato capo del MIUR) abbiamo deciso di rivolgerLe un appello attraverso il web e tramite gli autorevoli portali scuola che ci hanno sempre aiutato, sperando questa volta di ottenere più successo.

Siamo un gruppo di aspiranti insegnanti di sostegno i quali, dopo aver superato tutte le prove per accedere al corso di specializzazione, si sono visti chiudere brutalmente la porta in faccia a causa un mero numero posti prestabilito dal precedente Ministero. Un numero, a dir poco irrisorio rispetto all’attuale fabbisogno di insegnanti di sostegno della Scuola Italiana (riscontrato anche dal Tar Lazio nella sentenza del 23 Aprile 2019) tant’è che quest’anno le supplenze assegnate a personale non specializzato saranno ancora in aumento.

Nelle nostre precedenti missive inviate ai vs indirizzi PEC, delle quali la più recente del 27 Agosto 2019 è stata sottoscritta da più di 500 colleghi risultati idonei alle selezioni delle Università italiane, e che esortiamo a leggere, abbiamo richiesto la possibilità di iniziare i corsi (vista l’urgenza sopra menzionata) da un lato, ampliando i posti nelle molte Università che ne hanno mostrato disponibilità attraverso le parole dei rispettivi Rettori; dall’altro lato, indicendo subito nuovi corsi da far partire immanentemente, aprendo i cosiddetti TFA sostegno anche alle tantissime università che si sono tempestivamente ed efficacemente organizzate negli anni precedenti con i 24 cfu in
discipline antropo-psico-pedagogiche ed in metodologie didattiche, discipline affini ai corsi in oggetto, attraverso eventuali nomine di docenti esterni, esperti in pedagogia speciale.

Il tutto, al fine di consentire a circa 5000 nuovi aspiranti, di poter completare il percorso specializzante entro Giugno 2020, per così rendere pronti altrettanti insegnanti specializzati all’inserimento nelle attività didattivche già a partire dall’a.s. 2020.

Fermo restando il fatto che Noi non chiediamo nessuna sanatoria, avendo già superato una selezione pubblica nazionale (sovrapponibile ad un concorso, viste le tre difficili prove) ma
chiediamo semplicemente la possibilità di specializzarci per andare incontro alla nostra vocazione personale e per garantire professionalità ed adeguatezza in risposta ai bisogni educativi speciali dei nostri alunni e all’urgenza del fabbisogno nazionale di cui sopra,

Visto pure che i costi di tali corsi di specializzazione sono a completo carico degli aspiranti, senza nessuna agevolazione in base al reddito (altra cosa che suggeriamo di rivedere in futuro) e chenon inciderebbero che positivamente sull’economia delle Università e dello Stato, noi chiediamo semplicemente la possibilità di far valere il nostro Diritto allo Studio, alla Formazione ed alla Specializzazione.

Siamo ben consapevoli che vi sarà un successivo avvio di procedure di selezione ai corsi di specializzazione al termine degli attuali corsi e che probabilmente vi sarà la possibilità di iscriverci
in soprannumero, ma è anche vero che oltre allo svantaggio da parte nostra di dover attendere il tempo di selezioni da noi già affrontate (rendendo le nostre vocazioni “inadoperabili” per un lungo tempo), l’inserimento di un così alto numero alto di soprannumerari sarebbe innegabilmente di difficile gestione da parte delle università.

Da queste ultime considerazioni, la nostra proposta di misure urgenti da attuarsi nell’avvio di nuovi corsi riservati ai tantissimi idonei desiderosi di specializzarsi, così da valorizzare nel pratico le
motivazioni individuali e soddisfare finalmente, seppure in minima parte, l’urgenza di insegnanti di sostegno in Italia.

Concludendo, Egregio Ministro, appellandoci alle Sue dichiarazioni in merito alla disponibilità di interagire con gli operatori della Scuola per trovare soluzioni ai problemi, La preghiamo vivamente
di leggere la sopra menzionata lettera del 27 Agosto 2019 attestante le ns richieste e, restando ancora fiduciosi, questa volta attendiamo risposte concrete attraverso un Suo tempestivo
intervento.

Ringraziando in anticipo per l’attenzione che speriamo stavolta ci sarà concessa, porgiamo Cordiali Saluti.

Gli aspiranti docenti di sostegno, idonei presso l’Università Europea di Roma, l’Università di Napoli Suor Orsola Benincasa, l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, dell’Università degli Studi di Catania, Università degli Studi di Enna e dell’ Università degli Studi di Salerno, unitamente ai colleghi dell’Università degli Studi della Calabria, Università Foro Italico di Roma, Università di Foggia, Università di Torino, Università di Siena, e di tutte le Università menzionate nelle ns lettere.

I lettori ci scrivono

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