Ministra Giannini il suo “cadere dalle nubi” per la mobilità forzata è davvero sconcertante! Presidente Renzi e Sottosegretario Faraone, vi è davvero in atto una politica antimeridionale?
Signor Presidente Renzi, signora Ministra Giannini e signor Sottosegretario Faraone a causa di questa Riforma di stampo lager-concentrazionario, siamo talmente adirati che se mordessimo un mamba lo avveleneremmo uccidendolo all’istante.
Stante questa doverosa e breve premessa iniziamo a rammentarvi, che sull’ aspetto valoriale del Merito, la Riforma – a cui noi tra l’altro credevamo tanto -, ha messo scriteriatamente nel calderone docenti che insegnano da anni con altri che non hanno messo mai piedi in una scuola, a iniziare dai molti Idonei al concorso (NON VINCITORI) , i quali, hanno acquistato il diritto di prelazione in modo illegittimo e anticostituzionale su noi iscritti nelle GaE.
Fatta questa prima nota che ha aperto gli estremi per un biblico ricorso, si rimane molto infastiditi sullo sconcerto della Ministra Giannini, la quale ha espresso in questi giorni, che “non comprende le polemiche”, che finalmente “si da stabilità ai singoli” e così via dicendo.
Signora Ministra le rispondiamo a gran voce, affinché finalmente comprenda bene la trappola mortale che si è creata: questa Deportazione, ha un costo economico e familiare enorme e, al di là degli affetti, può calcolarla semplicemente sulla base del nostro stipendio mensile che a petto di viaggi, alloggio, vitto, spese per trasporti, ecc., tirando la cinghia, fa sì che non rimarrà nulla o quasi nelle nostre tasche. Se non se n’è accorta, le nostre entrate non potranno lontanamente raggiungere un reddito pari a 108.270 € lordi (quello che ha dichiarato lei on-line), con questa entrata si potrebbe andare sulla Luna e fare una capatina su Marte. Oltre a ciò, secondo alcuni commi-Killer inoculati nella Riforma, chi rinuncia a una chiamata si è cancellati definitivamente da qualsiasi graduatoria. Lei come definisce questo comma? A noi pare una aut-aut devastante dal punto di vista professionale e familiare (siamo 40-60enni non 20enni!), un‘apologia alla normativa dittatoriale con tinte medievali da Sacra Inquisizione. Come responsabile del Miur, che nasce altresì come salvaguardia dei docenti, pretendiamo rispetto e riconoscenza dei nostri diritti, acquisiti sul campo attraverso enormi sacrifici nella nostra provincia e/o regione, esigiamo pertanto che ci tuteli seriamente e non che offenda la nostra intelligenza e professionalità con dichiarazioni trasecolanti! Abbiamo resistito al terremoto della ‹‹Riforma Gelmini››, ma mai potevamo pensare che un Governo a noi vicino potesse stravolgere le nostre vite catapultandoci letteralmente nello sconforto e nella rabbia più totale. Queste adottate dalla Legge 107/2015, sono misure che corrono palesemente al contrario delle nostre elementari esigenze. Signora Ministra, nel contempo non può non accorgersi che in questi anni i tagli maggiori, circa l’80%, hanno avuto luogo al Sud, e che sempre al Sud perde per strada circa il 25% dei suoi alunni.
Allora ci chiediamo, in quale meandro sperduto si trova il piano tanto starnazzato che deve abbattere la dispersione scolastica? Dov’è l’implementazione del programma sul Civismo attivo? Perché non farci attivare nell’immediato sul potenziamento di queste priorità, e annullare questo obbrobrio di Deportazione coatta?
Nel frattempo, di questo devastante depauperamento e nichilismo meridionale il vice-ministro Davide Faraone se ne è accorto? Parimenti “Signori miei”, state privando a questi territori energie intellettuali atte a combattere la criminalità, la sottocultura, nonché a corroborare quella coesione sociale così fragile. Trattasi di lavoratori/ci della Scuola che conoscono bene il territorio in ci sono cresciuti e , di conseguenza, sanno come agire e a difendere questi Nostri presidii così fondamentali a queste “terre difficili”. Se poi vogliamo porre l’affinità tra riforma morale e riforma culturale, come non si può ricordare la visita di qualche anno fa del presidente Renzi a Scalea, il quale esortava noi calabresi a muoverci, a combattere con lui, ribadendo che “ci voleva un esercito di maestri per combattere la mafia” (cit. da G. Bufalino), e in pari tempo, annunciava che se avesse fallito avrebbe lasciato la politica.
Signor Presidente, questa Deportazione con le sue modalità e dinamiche così estremamente radicali, rimane un grande e grave Fallimento, un nocivo rapporto di causa/effetto tra insegnanti precari storici e Stato, tra ciò che si doveva realizzare e ciò che si sta realizzando, una Riforma che ha tradito vigliaccamente le nostre aspettative. Signor Presidente, reintegri le 5 province di scelta iniziale, restituisca il sacrosanto diritto di prelazione alle GaE e tolga la mobilità forzata secondo il piano assunzionale d’origine, oppure mantenga la sua promessa espressa in quel di Scalea.
Cordialmente
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