I lettori ci scrivono

Caro Ministro, ho fatto 25 anni di precariato prima di entrare in ruolo!

Caro Ministro,

Dal profondo del cuore le auguro un “Ottimo Lavoro”.

Ne ha bisogno l’Italia, le nostre famiglie, i nostri alunni, tutto il personale della scuola.

Scevro da posizioni faziose, vorrei dirle che le prime parole: “Tornare ad avere fiducia nel nostro Paese”; “Ascolterò tutte le parti in causa”; le prime linee guida affiorate, lasciano ben sperare.

Mi permetto di porgerle in punta di dita una riflessione personale sul “Precariato”.

Chi le scrive è un docente di ed musicale nella SSPG che, essendo in possesso di due lauree, di due idoneità a concorsi per titoli ed esami, ha effettuato la bellezza di 25 anni di precariato prima di passare a Tempo Indeterminato.

Fra 10 anni andrò in pensione, ma questo precariato ancora mi danneggia nelle graduatorie interne di istituto dove viene valutato 1/3, e peserà sicuramente sul mio assegno di pensione per i mesi estivi passati in “bianco”.

Eppure questo faceva parte del “gioco” ne ero cosciente e consapevole. Lo ho accettato e penso di aver vissuto meglio il mio passaggio in “ruolo”.

Quello che non capisco, mi permetta Ministro, è perché oggi:

  • avendo le conoscenze (il più “disinformato” dei docenti ha una Laurea);
  • avendo accumulato competenze (conosco docenti che insegnano da 25 anni ma mediamente moltissimi da più di 7 anni);
  • avendo già “vinto” un concorso, ma i posti sono “scomparsi” nel 2012, nel 2016, nel 2018;
  • essendo risultati già “idonei” a diversi concorsi non si sono visti “Vincitori” per un decreto che qualche volta ha previsto una graduatoria di merito lunga e una volta corta.

Quello che non capisco è perché qualcuno dice che QUESTI COLLEGHI DEVONO ESSERE ANCORA VALUTATI PER TITOLI ED ESAME. Veramente non riesco a capirlo.

Mi aiuti a pensare che, di tanto in tanto, ci si può fermare a ragionare senza posizioni ideologiche. Queste decisioni risultano importanti per più di centomila persone che lavorano nella scuola.

Mi permetto di credere che, questo si che darebbe un segnale di fiducia nelle istituzione, nella Repubblica italiana, nella nostra Politica.

Buon lavoro Ministro.

Domenico Cozzolino

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