Impegno, lavoro e sacrificio sono, Ministro Bussetti, tre parole che i docenti del Sud conoscono molto bene, perché i protagonisti del Mezzogiorno d’Italia sono stati quelli che hanno costruito questa Nazione: l’hanno resa bella, forte, dinamica, viva.
Dove sono nate e fiorite le migliori menti italiane? Sono nate e fiorite proprio in quel Sud che ha sempre cercato, nonostante le difficoltà di riscattarsi dal suo retaggio culturale e ha voluto dimostrare al Paese che il Meridione è una terra che lavora, che produce e che, nonostante tutto cerca di essere di esempio per l’Italia che si impegna e che lavora tra scuole che cadono a pezzi, aule fatiscenti, strumenti didattici insufficienti.
I docenti del Sud sono quelli, Ministro Bussetti, che ogni giorno entrano in classe per compiere il loro dovere, quello cioè di formare le nuove generazioni e lo fanno con spirito di sacrificio e di abnegazione, non pensando tanto ai soldi (che lo sappiamo sono una miseria), ma pensando al futuro dei giovani, di quegli studenti che sembrano immersi nella palude.
I docenti del Sud sono quelli che lavorano nelle periferie degradate delle città, che si sporcano le mani pur di affrontare le mille difficoltà quotidiane, mandando avanti l’istituzione scolastica. I docenti del Sud sono quei poveri “martiri della scuola” che credono ancora che l’insegnamento non è una missione, ma un lavoro, una professione a tutti gli effetti che ha bisogno di essere riconosciuta dalla società umanamente e soprattutto professionalmente.
I docenti del Sud sanno cosa significa stare a contatto con i “ragazzi difficili”, lavorare in situazioni emergenziali e lo continuano a fare impegnandosi al massimo.
La scuola rappresenta il segno distintivo di tutti i docenti sia del Sud che del Nord, che vanno ad insegnare perché questa è il loro lavoro nonostante le briciole che lo Stato italiano paga loro. Ministro Bussetti, Lei rappresenta tutti i docenti sia del Meridione che del Settentrione e deve portare rispetto per tutta la categoria, senza distinzione alcuna perché tutti i docenti d’Italia che lavorano nella scuola statale sono dipendenti pubblici.
Quindi i docenti del Sud sono proprio quelli che conoscono appieno le parole impegno, lavoro e sacrificio.
Sono soprattutto quelli, che la legge della “Buona Scuola” ha sballottato in giro per l’Italia lasciando a casa mogli e figli in tenera età e sanno benissimo il valore della parola “sacrificio” e cosa significa allontanarsi dagli affetti più cari.
Ministro Bussetti le sue parole hanno ferito la classe docente del Sud, l’hanno colpita ancora una volta al cuore, ma nonostante tutto il Sud mostrerà sempre di essere altezza e di mostrare i suoi “muscoli”: quelli del riscatto sociale, anche se viene “preso a schiaffi” da tutte le parti.
Mario Bocola
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