Caro Ministro, nei momenti difficili meglio il silenzio e fatti concreti

Caro Ministro dell’Istruzione, Le chiedo in anticipo scusa per le considerazioni che esternerò, ma credo che siano opportune in un momento in cui la scuola sta passando un momento non proprio felice. Mi riferisco alle sue esternazioni circa l’aumento degli stipendi dei docenti e il rinnovo del contratto di lavoro del mondo della scuola. Qualche tempo fa Lei ha asserito che lo stipendio degli insegnanti deve essere almeno il doppio di quello effettivo perché il lavoro dei docenti è prezioso, in quanto gli insegnanti hanno il delicato compito di formare le nuove generazioni.

Si tratta di un’osservazione giusta, ma che nella realtà difficilmente potrà trovare la sua concretezza. Le sa, caro Ministro, che la sua proposta per quanto possa essere encomiabile è impossibile che con il rinnovo del prossimo contratto lo stipendio dei docenti possa addirittura raddoppiare! Lei sa bene che l’aumento retributivo è legato alle disponibilità sia della Ragioneria dello Stato che deve dare il suo Ok sia al responsabile del dicastero del MEF che deve dare altrettanto il suo beneplacito.

Quindi si tratta di precisi computi ragionieristici che servono per far quadrare il bilancio dello Stato. Purtroppo siamo in un periodo di “vacche magre” e i cordoni della cinghia di Via XX settembre sono molto stretti e legati principalmente alle leggi di bilancio (ex leggi finanziarie) che devono stanziare le risorse necessarie per aumentare gli stipendi dei docenti, Purtroppo, come Lei sa, sul piatto della bilancia il MEF ha stanziato un aumento (lordo) di 85 euro che defalcate le tasse saranno circa 50 euro. Molto poco considerato che il costo della vita è aumentato e che i consumi delle famiglie sono ridotti al lumicino. In altra occasione, caro Ministro, ha rilanciato la sua proposta di accrescere lo stipendio dei docenti, attraverso la valorizzazione del lavoro. Il bonus del merito per la valorizzazione potrebbe essere un espediente da inserire nel prossimo contratto per aumentare la paga degli insegnanti come pure il bonus per la formazione che potrebbe essere altrettanto inserito nelle voci stipendiali.

Purtroppo il mancato rinnovo del contratto di lavoro per ben nove anni ha ingenerato una perdita del potere d’acquisto notevole la cui somma si aggira sui 220 euro. Apprezzo molto, caro Ministro, sua ferma e decisa volontà di battersi acchè lo stipendio dei docenti si avvicini ai parametri europei, ma considerato il fermento che si respira all’interno del mondo della scuola, sarebbe bene parlare di stipendi quando la trattativa tra Governo e Sindacati si è conclusa per non creare disillusioni, false speranze e ulteriori rancori in una categoria della Pubblica Amministrazione già fortemente penalizzata e tutt’al più considerata, coram populo, la cenerentola della Pubblica Amministrazione per gli stipendi più bassi d’Europa.

A volte il silenzio è d’oro e annunciare le cose a trattative concluse è molto più onorevole rispetto a quanto sono ancora in fieri. Soprattutto ora che ci stiamo avvicinando all’appuntamento elettorale per il rinnovo del Parlamento Italiano. La cosa migliore ora sono i fatti concreti non le esternazioni. 

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