L’ira degli studenti non si placa nemmeno con il finire dell’anno scolastico. In corrispondenza dello svolgimento della maturità, una delle rappresentanza più importanti degli iscritti alle superiori, la Rete degli studenti, ha inviato una lunga lettera al ministro Gelmini per “denunciare, in un momento di cosi forte attenzione mediatica – scrivono -, la situazione disastrosa della scuola pubblica italiana”.
Gli studenti spiegano di aver “deciso di scrivere una lettera al Ministro, che parla continuamente della scuola del rigore, del merito e della qualità” e “che in questo ultimo anno ha consultato le associazioni studentesche soltanto una volta a riforma già fatta”. I motivi sono racchiusi in alcune domande.
Si va dalla scarsa sicurezza negli istituti, contrassegnata dall’eterna incompletezza dell’anagrafe dell’edilizia scolastica (“Perché non viene pubblicata?”), alla decantata scuola “meritocratica”, dove però ad oggi “nella scuola italiana chi rimane in dietro è abbandonato a se stesso”, tanto è vero che “le scuole non possono svolgere i corsi di recupero perché non ci sono i soldi, i costi a carico di studenti e famiglie aumentano continuamente (libri, contributi “volontari”, corsi di recupero, attività extracurriculari ecc…)”.
Tra i punti contestati ci sono anche le bocciature, introdotte quest’anno anche alle superiori, per la mancata frequenza di almeno i tre quarti delle lezioni (eccetto per chi rientra nelle deroghe poste ad inizio anno dal Collegio dei docenti). A tal proposito alcuni sindacati studenteschi hanno anche organizzato dei ricorsi per tutti gli studenti nei cui confronti il Consiglio di Classe ha adottato la nuova normativa, confermata in toto dalla Circolare ministeriale n. 20 emanata solo nel mese di marzo.
“Siamo di fronte – sostiene Sofia Sabatini, coordinatrice della Rete degli Studenti – all’ennesimo provvedimento fatto con lo scopo di mandare avanti la campagna mediatica sul rigore e sul finto merito, unico cavallo di battaglia del ministro Gelmini per distogliere l’attenzione dai tagli che hanno distrutto le nostre scuole e che pesa moltissimo sulle spalle degli studenti e delle famiglie”.
A rincarare la dose anche lo studio Censis, secondo cui un giovane su due avrebbe perso la fiducia nella scuola, ed il Rapporto di Save the Children, in base al quale in Italia 800 000 giovani tra i 18 e i 26 hanno abbandonato la scuola senza concluderla.
Secondo l’Unione degli studenti sono sempre più “preoccupanti le cifre dell’evasione scolastica italiana. Un peso sconvolgente che ci porta alla coda dell’Europa e che rappresenta un problema economico ma soprattutto sociale enorme l’Italia”. Se il ministro Gelmini pensa che problemi del genere si risolvano con la scuola del ‘rigore’, come quella del libro Cuore si sbaglia di grosso. Abbattere gli investimenti, la partecipazione e il protagonismo studentesco – conclude l’Uds – significa allontanare ancora di più i soggetti a rischio”.