Spett.le MIUR, i DOCENTI 2015, seppur grati per l’importante traguardo rappresentato dalla deroga all’obbligo di permanenza triennale nella provincia di immissione in ruolo, stabilita in seguito all’intesa preliminare stipulata tra Miur e OOSS in data 29/12/2016, ritengono che, considerato l’importante numero dei docenti immessi, l’accordo permetterà solo ad una minima parte degli stessi di ottenere un efficace trasferimento.
La quota del 30% destinata alla mobilità territoriale non sarà infatti sufficiente a soddisfare le istanze delle migliaia di docenti che svolgono la loro professione lontani dalla propria provincia di origine.
Infatti, sono molti i docenti che non hanno potuto godere di alcun beneficio dalla mobilità straordinaria 2016, venendo talvolta, dopo essere stati penalizzati in alcuni casi già dal piano di immissione, destinati ancora più lontani e prevalentemente al Nord, a causa degli errori materiali dell’algoritmo di sistema.
Tanti di noi da anni lavorano con impegno e dedizione nelle scuole del Nord, dove hanno acquisito professionalità ma dove affrontano anche ogni giorno innumerevoli sacrifici per poter garantire un futuro alla propria famiglia, sacrifici che, con uno stipendio come quello dei docenti, consistono in un mero sopravvivere per pagare l’affitto e le bollette. Altri ancora hanno accettato a malincuore di affidare il loro avvenire agli umori non sempre costanti di un algoritmo alquanto lunatico.
In considerazione di tali disagi, pur ritenendo lodevole il tentativo di mediazione e le intenzioni del neo Ministro all’Istruzione, i DOCENTI 2015 chiedono un ulteriore sforzo che consenta loro di poter finalmente porre la loro professionalità al servizio delle proprie province, in gran parte concentrate in un Sud già fin troppo colpito da una situazione di desertificazione materiale e culturale.
Riteniamo che gli unici interventi che possano garantire ad un maggior numero di docenti un celere ritorno a casa siano rappresentati da un innalzamento della quota prevista per la Mobilità, raggiungendo almeno il 50% dei posti disponibili, così come proposto inizialmente da alcune organizzazioni sindacali, in particolare la GILDA; si sollecita inoltre un ulteriore intervento che permetta di rispettare la proposta di trasformazione di un sufficiente numero di cattedre da Organico di Fatto ad Organico di Diritto, così come anticipato durante la campagna referendaria, alimentando le, si spera, non illusorie speranze di tanti insegnanti.
Poiché il malcontento crescente della classe docente non ha ormai più distinzioni di fase, ma risulta essere trasversale, ci auguriamo che si possa a breve arrivare ad un CCNI che garantisca a tanti di noi di poter finalmente riabbracciare le proprie famiglie e condurre una vita che non consista in una mera sussistenza.
Fiduciosi in tal senso, porgiamo i più cordiali auguri di buon anno e di buon lavoro.