Ho ricevuta una mail dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi alla quale ho risposto così:
Gentilissimo Presidente del Consiglio Matteo Renzi,
La ringrazio per la sua attenzione anche se molto tardiva e anticipata da affermazioni molto offensive da parte sua e dei suoi Ministri nei confronti della categoria a cui sono orgogliosa di appartenere.
Sono un’insegnante di lettere che ieri ha compiuto 60 anni e che quindi conosce profondamente il mondo della scuola non solo come insegnante, ma come studente e come genitore. In 38 anni ho prestato servizio in diverse scuole con realtà sociali, culturali e umane molto diverse tra loro, ma tutte ricche di spunti per una profonda riflessione.
Mi permetto di sottolinearle che conosco la scuola statale e privata sicuramente meglio di Lei, del ministro Giannini, nonché del sottosegretario Faraone, che non hanno mai avuto l’opportunità di entrare in una scuola e in una classe in qualità di insegnanti.
Vede il mondo della scuola è un mondo che solo chi ci lavora da tempo può conoscere e comprendere.
Per sapere di cosa ha bisogno una scuola, ma soprattutto di cosa hanno bisogno gli studenti e le loro famiglie bisogna entrare in classe tutti i giorni e vivere le difficoltà, le debolezze e i sentimenti dei ragazzi.
Ognuno di loro cerca di superare le proprie mancanze, ma non tutti ci riescono e spesso gli insegnanti si sentono impotenti e soprattutto senza mezzi. Le prove Invalsi non sono utili a valutare obiettivamente gli sforzi fatti e i risultati ottenuti in quanto il punto di partenza,come Lei ben sa, non è per tutti uguale, tanto che gli insegnanti predispongono programmazioni pressoché personalizzate, che prevedono il raggiungimento di obiettivi diversi per ogni allievo o per fasce di livello.
Non si può quindi sostenere che la lettura da parte di esperti (di cosa non si sa) dei risultati delle prove Invalsi possano essere utilizzati per intervenire nelle diverse realtà.
Inoltre il costo delle prove potrebbe sicuramente essere utilizzato per sopperire alle grosse mancanze di cui le scuole soffrono.
Nella mia lunga carriera ho potuto constatare la sempre più gravosa mancanza di risorse non solo economiche, ma anche di personale indispensabile per il buon funzionamento degli istituti scolastici.
A tale riguardo voglio portare alla sua attenzione la vergognosa carenza di personale specializzato per il sostegno di ragazzi diversamente abili e, di non meno importanza, di spazi idonei ai casi più problematici.
Non so se Lei e i suoi Ministri hanno mai avuto modo di trascorre una sola giornata con un ragazzo affetto da grave forma di autismo e schizofrenia.
Avrebbe sicuramente capito di cosa ha bisogno la scuola italiana anzi gli studenti italiani e le famiglie italiane e non avrebbe sicuramente detto quella infelicissima frase: “La scuola non è degli insegnanti, ma delle famiglie”, maldestramente poi ampliata dal ministro Giannini con “la scuola è dei nonni” o gli insegnanti squadristi e dal sottosegretario Faraone e dal ministro Boschi con altre affermazioni vergognosamente gravi.
Riguardo poi il merito degli insegnanti non si può pensare che un dirigente scolastico, che ormai deve garantire il buon funzionamento di 3 ,4 e più scuole, possa svolgere un servizio efficace. I presidi sono diventati negli anni meri burocrati e sono sempre più lontani dalle vere problematiche della didattica e spesso del comportamento degli alunni.
Un progetto serio e funzionale della riforma della scuola non può esulare da queste considerazioni. Purtroppo non bastano le sue assicurazioni riguardo l’onesta dell’operato dei presidi nella formazione del loro staff, troppi sono gli esempi di corruzione proprio nel gruppo dirigenziale. Noi insegnanti non possiamo permettere che il mondo della scuola possa essere retto da manager di cui nessuno può garantire l’onestà e neppure Lei Signor Presidente.
Mi permetto di farLe presente che il mondo della scuola avrebbe voluto essere interpellato e avrebbe voluto partecipare alla stesura della riforma, anche se un nostro progetto è stato da noi redatto e spedito con il nome di LIP, ma mai preso in considerazione. Avremmo gradito avere un confronto su tutti questi aspetti e non certo ricevere l’invito a compilare un questionario, che come le prove Invalsi riteniamo umiliante, squalificante e oltremodo ridicolo.
Non meno importante infine è stato il suo atteggiamento altezzoso e sprezzante nel ribadire che il Governo non avrebbe cambiato nulla del DdL, fino allo sciopero del 5 maggio, peraltro minimizzato nella percentuale di adesione.
Successivamente Lei e i suoi Ministri avete cercato di screditarci davanti alla opinione pubblica ben sapendo, come Lei ha avuto modo di sottolineare nel suo ultimo video davanti ad una lavagna con il gesso in mano, che la figura degli insegnanti non ha più il valore di un tempo. Non bastano più le cifre da Lei sbandierate di assunzioni e di milioni di finanziamenti che non rappresentano la verità. Abbiamo atteso e pazientato, ma ora non siamo più disposti a essere trattati come dei poveri imbecilli. Noi viviamo in un mondo, quello della scuola, dove si dicono le verità perché ai ragazzi non si possono dire bugie e poi pretendere sincerità e dove l’uso del linguaggio è semplice, chiaro e privo di tecniche efficaci di comunicazione.
Con grande rammarico Le dico, gentilissimo Presidente, che è giunto il momento di prendere seriamente in considerazione le proteste del mondo della scuola, che comprende anche gli studenti e le famiglie e Le consiglio vivamente di stralciare le assunzioni dei precari dal resto della riforma. Necessita più tempo e più dibattito condiviso per giungere ad una vera riforma della scuola.
La ringrazio ancora e La invito a riflettere per il bene di tutti, perché la scuola è la fucina dei futuri cittadini.
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