Il presidente nazionale dell’A.Ge.S.C., Roberto Gontero, commenta la recente manovra che punta a sostenere la ripresa, dai consumi agli investimenti:
“Caro Renzi, dei 27 miliardi ‘versione standard’ o dei 30 versione ‘Premium’ da impiegare per la legge di stabilità varata il 15 ottobre scorso dal Governo, non si prevede un euro per la scuola paritaria, che attualmente fa risparmiare allo Stato ben 6 miliardi di euro. Ma si dimentica della famiglia e di quella scuola paritaria pubblica che attualmente consente di applicare il diritto alla libertà di scelta educativa sancito dalla Costituzione.”
I dati sono facilmente consultabili nel Servizio Statistica del MIUR, riportati nella “Anticipazione sui principali dati della scuola statale”.
In due anni sono state chiuse 349 scuole paritarie: 272 dell’infanzia (-2,7%), per crisi, certo, ma anche per denatalità, un fenomeno strettamente collegato alla recessione. Chiuse anche 30 scuole primarie (-2%) e 38 scuole medie (- 5,5%) mentre delle scuole secondarie superiori sono soltanto 9 le chiusure. Ma per quest’anno sono già annunciate altre 100 serrate di scuole per l’infanzia, un settore vittima sicuramente del calo demografico ma anche della carenza di servizi per la famiglia. E se attualmente la perdita secca interessa 75.000 alunni con le loro famiglie, è attesa per l’a.s. 2015/2016 un’ulteriore flessione di altri 25-30 mila studenti.
“Non garantendo investimenti specifici a favore dei nuclei famigliari e senza alcun sostegno per un sistema scolastico, soprattutto quello dell’infanzia, che surroga la mancanza di strutture statali con un risparmio miliardario senza il quale lo Stato dovrebbe investire in strutture e personale, la manovra si compromette da sola, continua Gontero. Se in una famiglia lavorano entrambi i genitori ci sarà un qualche risultato reddituale, ma se lavora uno solo perché l’altro deve rimanere a casa con i bambini, il risultato sarà indubbiamente diverso e si rifletterà sui consumi, sull’edilizia, sul ritorno fiscale per lo Stato, ecc. E non saranno i poco più di 70 euro all’anno promossi con la L. 107 per chi sceglie, a buon diritto, la scuola paritaria pubblica, a garantire il sostegno economico a chi paga prima le tasse e poi le rette, che lievitano per i mancati contributi dello Stato attraverso le Regioni”. “Siamo molto perplessi, conclude il presidente Agesc, perché di fronte a dati come quelli recentemente presentati dal Ministero, che evidenziano come la crisi del settore paritarie tocchi tutte le regioni ed in particolar modo la Lombardia, il Veneto, e la Campania – dove i minori vengono sempre più spesso intrappolati nella rete camorrista –, qualcosa di più da questa manovra ce lo aspettavamo. Confidavamo nel principio che ‘la legge è’ uguale per tutti e nel lavoro di quei parlamentari che in campagna elettorale sbandierano la propria appartenenza al mondo cattolico, salvo dimenticarsene non appena varcano l’ingresso di Montecitorio, approvando una legge di stabilità che farebbe nascere 22.000 sale slot, incentivando di fatto il gioco d’azzardo per cui già siamo i primi nel mondo: una slot machine ogni 150 abitanti! Caro Renzi, sostenere economicamente le scuole pubbliche paritarie non è né di destra né di sinistra. È semplicemente giusto.”
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