Egregio Presidente Matteo Renzi,
mi chiamo Giuseppe Nigliaccio, sono un docente di 27 anni abilitato tramite TFA e sono uno dei precari cestinati dalla riforma della “buonascuola”.
A me, nel complesso, la riforma piace, perché dalle esperienze che ho fatto fin adesso ho visto che un docente bravo, motivato e che si impegna non ha nulla da temere.
Anzi ho potuto sperimentare come la passione e la professionalità spese a scuola vengano apprezzate dagli studenti, dai genitori e dal dirigente.
Personalmente reputo l’attuale sistema delle graduatorie la morte del merito, perché l’anzianità di servizio purtroppo non sempre è indice di talento e di dedizione.
Ho solo una rimostranza da presentarle: i colleghi che saranno assunti dalle GAE si trovano nelle suddette graduatorie in quanto abilitati.
Io, come gli altri colleghi abilitati tramite TFA (selezionati sul fabbisogno) siamo detentori del medesimo titolo, ma verremo esclusi dal piano di assunzione.
Mi sa, cortesemente, fornire una spiegazione razionale e democratica del motivo per il quale il mio Stato non è equo, non ci tutela e, sento di poter dire, ci sta abbandonando?