Non ha tardato ad arrivare la protesta degli studenti contro il caro tasse, in particolare per i fuori corso, che il Governo, con l’avallo del Parlamento, vorrebbe portare avanti attraverso l’approvazione definitiva del decreto sulla spending review. Venuto a conoscenza degli aumenti sostanziosi, già a partire dal prossimo anno accademico, che attendono gli iscritti accademici di vecchia data, Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari, ha chiesto a nome dell’associazione e dei suoi iscritti “l’immediato intervento del Presidente della Repubblica e” se non dovesse bastare anche “della Corte Costituzionale”.
Secondo Orezzi “ancora una volta si vuole violentare l’Università pubblica scappando da ogni confronto pubblico, con dei giochi di palazzo che scaricano i tagli all’università sulle spalle degli studenti. E’ un attacco grave agli studenti che non lasceremo passare in alcun modo. Siamo pronti alla mobilitazione, siamo pronti ad un autunno bollente. Siamo pronti a tutto per difendere i nostri diritti, dalle pazzie fino alla richiesta di valutare l’incostituzionalità di una norma che viola palesemente il principio del diritto allo studio”.
Secondo l’’Udu, quindi, molti studenti si ritroveranno a pagare cifre tutt’altro che simboliche. Ed anche il banale aumento di un caffè al giorno, come stimato dal ministro Profumo, viene reputato offensivo: si tratterebbe, infatti, di oltre 300 euro l’anno. Una cifra che per uno studente è tutt’altro che residuale.
“Il Governo Monti – sostiene Orezzi – sta chiedendo 600 milioni a tutti gli studenti e molte altre tasse aggiuntive agli studenti fuoricorso, ad esempio agli studenti lavoratori che non riescono a terminare gli studi nei tempi previsti. Un Governo in preda alla follia sta chiedendo agli studenti italiani, che già pagano le terze tasse per importo in Europa, di subire aumenti sconsiderati”.
Per questo “chiediamo ai partiti e al Presidente della Repubblica un intervento immediato per tutelare quel poco di diritto allo studio che ancora resta in Italia. Siamo pronti a lanciare una mobilitazione sociale che coinvolga anche gli altri Paesi europei e diciamo chiaramente che non siamo più disposti a subire queste politiche profondamente ingiuste e prive di ogni prospettiva”.
Alla protesta parteciperà anche l’Unione degli studenti, che nel corso del Riot Village ha già individuato la data delle prima mobilitazione studentesca autunnale: si svolgerà il 12 ottobre prossimo.
A spiegare i motivi della decisione è stato Roberto Campanelli, il nuovo coordinatore nazionale Uds. Che estende la protesta contro una politica generalizzata delle istituzioni poco attenta alle necessità dell’istruzione pubblica: “sono numerosi gli attacchi che la scuola sta subendo – ha detto Campanelli -, perché da un lato le risorse non accennano ad essere rifinanziate, dall’altro con il pdl Aprea 2 (legge 953) attualmente in discussione in parlamento si rischia una privatizzazione formale delle scuole, mentre, soprattutto in tempi di crisi, l’assenza di una legge nazionale sul diritto allo studio non permette l’accesso all’istruzione in modo uguale su tutto il territorio nazionale”
“Siamo convinti che sia necessario rimettere al centro delle priorità del paese la scuola, e farlo partendo dal punto di vista degli studenti, per questo – prosegue il nuovo coordinatore Uds – durante l’assemblea nazionale dell’Unione degli Studenti abbiamo deciso di lanciare una data di mobilitazione nazionale studentesca per il 12 ottobre, in cui vogliamo contrattaccare con decisione a tutto ciò che la scuola ha subito, dicendo che l’istruzione deve essere ripubblicizzata, ovvero deve essere rifinanziata, resa partecipata e democratica, oltre che di massa.”
“L’autunno degli studenti vedrà la sua apertura in questa data – conclude nella nota l’UdS – e si articolerà in mobilitazioni che vivranno nelle scuole e nelle piazze, intrecciando anche le altre lotte che la drammatica situazione sociale nel paese sta facendo esplodere”.