Il Covid-19, la guerra in Ucraina, i costi in ascesa, l’inflazione che avanza. Lo scenario che gli italiani stanno vivendo da qualche tempo è questo. La politica ora corre ai ripari: il Governo dovrà infatti valutare l’ipotesi di scostamento di bilancio se lo scenario economico dovesse peggiorare. L’impegno è contenuto nella risoluzione della maggioranza sul Def approvata mercoledì 20 aprile in entrambi i rami del Parlamento.
Il Governo, riporta la risoluzione, si impegna a “monitorare, in tempo reale, l’andamento della situazione macroeconomica e dei principali indicatori congiunturali” per eventualmente mettere in campo misure simili a quelle varate per “l’emergenza pandemica, per le famiglie, i lavoratori e per quella parte del comparto produttivo particolarmente colpita dalle conseguenze della crisi in Ucraina”.
Il Governo dovrà inoltre destinare risorse con l’obiettivo di contrastare l’esplosione dei prezzi dell’energia anche “mediante la revisione del sistema dei prezzi di riferimento e dei carburanti”, assicurando altresì la necessaria liquidità alle imprese in linea con le disposizioni comunitarie sugli aiuti di Stato.
Risorse aggiuntive sono sollecitate dai parlamentari di Camera e Senato per il sistema sanitario, la scuola, l’Università e la ricerca. Oltre che a mantenere gli impegni nell’attuazione del Green New Deal e nello sviluppo delle rinnovabili.
Sul fronte lavoro, la maggioranza chiede di puntare al rafforzamento del “dialogo con le organizzazioni sindacali, datoriali e del lavoro autonomo” anche guardando a “sgravi fiscali o contributivi” e “iniziative necessarie a risolvere le emergenti problematiche di carattere sociale rafforzando le misure per affrontare la povertà alimentare ampliando anche il bonus sociale e le crescenti disparità generazionali, territoriali, di genere e salariali, con interventi finalizzati ad invertire il trend demografico del Paese”.
E sul trend demografico, decisamente negativo, rientra anche la scuola. Il Def dei prossimi anni, approvato dal Governo una decina di giorni fa, infatti, riduce di mezzo punto percentuale la spesa per l’Istruzione, passando dall’attuale 4% al 3,5%-3,4% prospettato tra il 2025 e il 2030.
Il testo del Documento di Economia e Finanza è nel frattempo giunto nelle Commissioni parlamentari, in particolare la VII, dove non sono mancate le critiche per la riduzione abbastanza importante degli investimenti per la scuola e la formazione in generale: su questo punto è stata approvata anche una risoluzione condivisa.
A commentarla sono state le esponenti del MoVimento 5 Stelle in Commissione Istruzione al Senato Danila De Lucia, Michela Montevecchi, Loredana Russo, Orietta Vanin, Mariolina Castellone.
“Abbiamo fortemente voluto ed ottenuto che la risoluzione al DEF indicasse come prioritari gli investimenti nei settori della cultura e dell’istruzione, dell’università e della ricerca”.
“Negli scorsi giorni – proseguono le grilline – abbiamo condiviso la forte preoccupazione del mondo della scuola per la previsione di una riduzione degli investimenti nel prossimo triennio. Già nel parere votato in commissione la scorsa settimana avevamo espresso un concetto molto chiaro: il calo nascite non può essere un motivo per prevedere una riduzione delle risorse per la scuola”.
“Oggi grazie all’impegno del MoVimento 5 Stelle l’intera risoluzione di maggioranza si muove nel solco da noi tracciato. Resta fermissima la nostra posizione nei confronti del governo affinché investimenti sulla scuola non tornino ai livelli pre-covid, ma che prosegua il percorso virtuoso avviato con il governo Conte 2″, concludono le senatrici grilline della Commissione Cultura del Senato.
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