Caro segretario Nicola Zingaretti,
dopo la conferma che gli iscritti e i simpatizzanti del Partito democratico ti hanno concesso, dandoti il 70% delle preferenze ed eleggendoti segretario, ti vorrei scrivere per ricordarti, pacatamente, alcune cose relativamente alla scuola, considerato pure che Matteo Renzi, il tuo predecessore, ma pure presidente del Consiglio, è caduto, oltre che in altri inciampi, anche sullo scoglio dell’Istruzione e su una Legge, detta della “Buona scuola” che però, a detta della maggioranza dei prof, di buono aveva poco, molto poco.
Un suggerimento pacato
E dunque ti scrivo per suggerirti di suggerire ( a scuola i suggerimenti sono all’ordine del giorno) ai tuoi “compagni” di partito di smetterla di inseguire il Governo, criticando o straccandosi le vesti, ma di sedervi, sine ira et studio, e proporre, come ai tempi della vecchia sinistra, guidata da Enrico Berlinguer, di cui dite, compresi molti iscritti, di essere gli eredi, qualcosa di veramente rivoluzionario e innovativo per la scuola italiana.
Ascolto e ascolto dal mondo della scuola
Non ci vuole molto, basta ascoltare i prof, i dirigenti, il personale, le famiglie, gli studenti. Chiedere loro cosa si aspettano dall’Istruzione, cosa pretendono, come affrontare le famose sfide del terzo millennio e poi girare le loro opinioni agli esperti, agli studiosi, ai pedagogisti, ai legislatori, quelli insomma che hanno una visione più complessa, articolata, profonda della società e dei suoi futuri sistemi. E ridiscutere di nuovo con quel popolo che ti segue e che vorrebbe seguirti, dando infine alla scuola prospettive credibili, nuove e soprattutto condivise.
È vero che hai proposto un tuo programma con delle mozioni, ma quando dici
- Reclutare e formare una nuova leva di docenti
- Pagare meglio e migliorare lo status degli insegnanti
- Maggiore investimento in lingue straniere e istruzione tecnico/scientifica
- Aumentare le risorse ordinarie alle scuole
- Rendere più efficace l’alternanza scuola-lavoro
- Riservare all’edilizia scolastica il 10% dei fondi pluriennali per gli investimenti pubblici
hai in pratica detto ciò che tutti dicono, Governo compreso, e compreso pure il nostro ministro Marco Bussetti e con lui i 5Stelle che promisero stipendi europei e altre mirabilie, mentre però incombe la regionalizzazione della scuola.
Promesse alle premesse
Ma anche le premesse al tuo documento sono dello stesso tenore, se si esclude l’obiettivo leghista di consegnare alle Regioni l’istruzione e i docenti:
Il PD deve impegnarsi per una scuola e per un percorso di formazione che sappia affrontare le sfide sociali e democratiche, che riesca a trasformare la diversità in risorsa, la marginalità in inclusione, che educhi alla sostenibilità e all’innovazione, che riporti il sistema formativo ad avere nell’opinione pubblica il ruolo che gli spetta.
Programma scarno e vago
E dunque, illustre segretario, se mi consenti, c’è molto poco nel tuo programma, pochissimo, quasi nulla, che non sia ciò che da decenni i prof e il personale si sente dire dai tuoi illustri predecessori, mentre rimbombano nella memoria le parole di Renzi, la cui legge 107 doveva “stupire”, ma che ha lasciato stupefatti per macchinosità e farraginosità.
Il consiglio, pacato
Ti ripeto allora il mio modestissimo consiglio, pacatamente: rimboccatevi le maniche, leggete e studiate, elaborate, fatevi un ripasso delle vecchie legislazioni e delle prospettive di innovazione possibili e poi presentatevi all’elettorato, con scienza e coscienza.
Forse perderete ancora, ma almeno con l’onore delle armi e con una idea di scuola che può sfidare il tempo.
Tuo
Pasquale Almirante