L’esplosione dell’iperinflazione e l’instabilità dei mercati provocati dal conflitto attuale ha provocato, tra le altre conseguenze economiche, la polverizzazione del potere d’acquisto del ceto medio, di cui il corpo docente tutto fa parte, già scolpito dalla svalutazione finanziaria della propria professione, cruciale per la crescita del Paese. Molti esecutivi europei, consapevoli delle disparità dei costi sostenuti da i cittadini circa utenze, alimenti e beni di consumo a livello interno, sono disposti a proporre un adeguamento salariale relazionato ai singoli impatti del carovita sul territorio. Tra questi si colloca, in prima linea, il Ministro dell’Istruzione Valditara, che ha promesso un pacchetto di adeguamenti connessi agli aumenti ed al costo della vita a livello locale. In Europa, specie nelle realtà vaste e disomogenee, sì è proposto all’avvio dell’anno scolastico un aumento consistente degli stipendi adeguato ai parametri microeconomici: è accaduto in Francia, Spagna, Regno Unito e Polonia.
Misure temporanee, adeguamenti mancati, carovita. Il quadro generale è finito sui banchi della Commissione Europea, che ha promesso, con un investimento rateizzato e programmato durante l’attuale quinquennio (2020-2025) di adeguare gli stipendi al carovita ed all’inflazione. La somma prevista è di circa 400 miliardi di cui i Ministeri d’Europa saranno adeguatamente beneficiari. Migliaia di scuole in Inghilterra e Galles rischiano la chiusura durante il mese attuale. In Ungheria, migliaia di insegnanti hanno marciato per le strade di Budapest alla fine dello scorso anno, chiedendo salari più alti e riforme urgenti da parte del governo dopo gli scioperi di settembre. Fa parte di un quadro più ampio di malessere nell’istruzione pubblica, con una crescente carenza di insegnanti che si diffonde in tutta Europa. In Francia ci sono attualmente 4.000 posti vacanti; le ultime stime in Germania che suggeriscono un deficit di 25.000 insegnanti entro il 2025.
Come reso noto dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara presso la piattaforma di dialogo “Italia 2023: persone, lavoro, impresa”, “La scuola pubblica ha bisogno di nuove forme di finanziamento, anche per coprire gli stipendi dei prof che potrebbero subire una differenziazione regionale. E per trovarle, si potrebbe aprire ai finanziamenti privati.”. Occorre però tenere in considerazione se tale applicazione non crei disuguaglianze. La linea europea è, in via generale, un adeguamento dello stipendio sulla base del costo della vita della capitale, in genere medio rispetto a realtà rurali e turistiche. L’adeguamento in oggetto richiederebbe un’impressionante mole di dati. Si pensi al caso tedesco, che ha provocato la rabbia di interi Laender: i fondi commissionati all’istruzione – e di conseguenza la retribuzione dei docenti – erano decisi presso gli uffici locali, creando forti disuguaglianze ed adeguamenti lenti rispetto ad altre località. Il caso è scoppiato prima in Sassonia, interessando il Baden e la Turingia.
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