Si discute ancora di carriera alias a scuola, stavolta in quanto un esponente di Fratelli D’Italia in Lombardia, Giacomo Zamperini, ha presentato una mozione, che dovrà essere discussa martedì in Consiglio Regionale, volta alla sua abolizione. Lo riporta Il Corriere della Sera.
Per Fratelli d’Italia è necessario “individuare azioni concrete che garantiscano il rispetto delle leggi vigenti in materia e che contrastino ogni tipo di azione, sia da parte degli istituti scolastici che aderiscono alla “carriera alias”, che delle associazioni promotrici, che costituisca un illecito”.
Numerose sono state le reazioni: il primo ad insorgere è stato il Movimento Cinque Stelle della Lombardia, chiedendo che venga ritirata “l’ennesima vergognosa mozione di Fratelli d’Italia” che impegna la giunta a “intervenire contro la diffusione dei regolamenti scolastici sulla carriera alias”. “Aspettano la chiusure delle scuole – ha commentato la consigliera del M5S Paola Pizzighini – per portare in Aula una mozione infame che avrebbe mobilitato studenti delle scuole secondarie e delle università, ma se pensate che non esista un’opposizione vi sbagliate”.
“In Lombardia registriamo ancora un modo di fare politica subdolo e vigliacco da parte di Fratelli d’Italia. Alla chetichella, mentre i lombardi sono al mare o in montagna e le scuole ferme, i consiglieri regionali del partito di Giorgia Meloni hanno depositato una mozione che chiede un intervento della giunta Fontana contro la diffusione dei regolamenti scolastici sulla carriera alias. In sostanza si vuole togliere l’opportunità per gli studenti transgender – che quindi non si riconoscono nel genere assegnato alla nascita – di vedere riconosciuta la propria identità di genere presso gli istituti scolastici o le università. Una porcheria in piena regola, che calpesta l’autonomia scolastica ma soprattutto i diritti di giovani concittadini che magari stanno affrontando un percorso non sempre facile e compreso. Purtroppo Fratelli d’Italia si conferma una forza politica senza pudore quando si parla di diritti civili. Come Movimento 5 Stelle, condanniamo senza riserve questo documento che è l’istantanea perfetta dell’intolleranza e dell’approccio retrivo su certi temi dell’attuale maggioranza di governo”. Così in una nota i deputati e i senatori M5s in commissione Cultura e Istruzione di Camera e Senato.
Dura anche l’Unione degli Universitari: “Altro che capricci, la carriera alias è un diritto fondamentale che permette di esprimere a pieno la propria autodeterminazione. La carriera alias è infatti funzionale all’inclusione e al diritto allo studio per le persone che ne vogliano godere, in un ambiente non privo di ostilità e discriminazioni come quello universitario. La mozione è sbagliata e ci disgusta” afferma la coordinatrice nazionale dell’UDU, Camilla Piredda.
“I consiglieri di Fratelli d’Italia – dichiara Marta Andreoletti, Coordinatrice dell’UDU Milano – sono disinformati. Vogliamo avvisarli che tutti gli atenei pubblici della Lombardia hanno attivato la carriera alias e non solo l’Università di Milano: sono colpevoli anche Bicocca, Politecnico, Pavia, Brescia, Bergamo e Insubria. A loro ricordiamo che la Regione non ha alcuna competenza sui rapporti civili e ribadiamo come debbano tenere giù le mani dai diritti faticosamente acquisiti”.
La carriera alias offre a chiunque ne faccia richiesta l’opportunità di scegliere il proprio nome di “elezione di genere” e non quello con cui si è iscritti all’anagrafe all’interno dei documenti scolastici ufficiali: ad esempio nei quadri, nel libretto per le assenze e nel registro elettronico. In questo modo si evitano discriminazioni ai danni degli studenti interessati già alle prese con un percorso delicato ed episodi di misgendering che possono avere gravi conseguenze a livello psicologico.
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