A destra si continua gridare all’indottrinamento gender. Ultimo l’episodio del deputato di Fratelli d’Italia e capogruppo FdI in Commissione cultura e istruzione, Alessandro Amorese, che non solo appoggia l’iniziativa di Pro Vita e Famiglia per “chiedere al Parlamento di approvare una legge che vieti l’indottrinamento gender nelle scuole italiane“, ma definisce l’opzione dei bagni neutri o la libera scelta del nome maschile o femminile per le persone in transizione di genere “una deriva dai contorni grotteschi e pericolosi“, e rivendica in proposito “il diritto educativo delle famiglie”.
I promotori del regolamento sulla carriera alias hanno invece fatto presente che prima di tutto non esiste un diritto di discriminare gli altri; inoltre, hanno più volte spiegato che la carriera alias non è una questione formale, né una moda, e men che mai una violazione del diritto educativo delle famiglie: è semplicemente un’esigenza di sicurezza.
Allo stesso modo la questione legata alla scelta del bagno o dello spogliatoio per la/lo studente trans (che si pretende di banalizzare definendola grottesca) concerne il diritto all’uso di spazi sicuri poiché sono questi i luoghi in cui avvengono i maggiori episodi di bullismo.
La carriera alias è un accordo di riservatezza tra scuola, studente trans e famiglia (nel caso di studente minorenne), attraverso il quale non solo la persona trans chiede di essere riconosciuta e denominata con un genere diverso da quello assegnato alla nascita, ma conforme alla propria percezione di genere; ma è soprattutto un insieme di buone prassi volte a tutelare la salute fisica e mentale della persona trans e la sua sicurezza negli ambienti scolastici.
A proposito di chi parla di indottrinamento gender è anche bene ricordare che la Costituzione italiana, all’articolo 3 afferma quanto segue: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Praticamente un’ode contro le discriminazioni di ogni tipo.
Appare evidente, in linea con lo spirito della nostra Costituzione, che quello che si intende fare con la carriera alias altro non è che permettere ai ragazzi e alle ragazze in transizione di genere il pieno sviluppo della propria persona, rimuovendo gli ostacoli che a scuola questi studenti e studentesse possano incontrare, in termini di discriminazione; in piena armonia con il dettato costituzionale e con i principi pedagogici.
Non si comprende, quindi, come l’esercitare tale diritto possa ledere il diritto educativo delle famiglie. Semmai, il problema è opposto: ad oggi, non c’è alcuna tutela rispetto alla fragilità dei ragazzi e delle ragazze trans, considerato il fatto che in Italia il Ministero dell’Istruzione non ha ancora provveduto ad emanare Linee Guida specifiche per l’attivazione della Carriera Alias alle quali le scuole possano fare riferimento per redigere appositi protocolli e venire così incontro al bisogno di garantire benessere e sicurezza a tutte e tutti gli studenti in egual modo.
Insomma, il punto è che la questione dell’identità di genere non andrebbe banalizzata o rigettata, poiché lo scoprire che ci si percepisce con un genere diverso da quello di nascita è già di per sé un evento carico spesso di dolore, disorientamento, disagio, disistima, sentimenti legati talvolta a un “sentirsi sbagliati” che ha profonde conseguenze sulla vita di questi ragazzi e ragazze, per i quali e per le quali è fondamentale che le istituzioni costruiscano luoghi e contesti sicuri, tolleranti, accoglienti, rispettosi delle diversità.
Anche l’elevato tasso di dispersione scolastica, implicita ed esplicita, di queste persone, è il segno tangibile che ancora a scuola oggi si sperimentino violenza, esclusione, discriminazione: una discriminazione che lo stesso ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha promesso di non volere più consentire.
Su questi argomenti, La Tecnica della Scuola propone il corso Varianza di genere: non riconoscersi nel proprio corpo, a cura di Anna Maria Di Falco, in programma dal 16 gennaio 2023.
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