Un anno scolastico è giunto ormai alla fine e già si pensa alle novità che coinvolgeranno il mondo della scuola a partire dal prossimo settembre. Si sta parlando insistentemente di introdurre in tempi celeri un sistema meritocratico volto a diversificare la carriera dei docenti.
Ma in che modo si intenda agire per attuare questa difficile e complessa diversificazione, non è ancora dato saperlo.
Che la “diversificazione della carriera dei docenti” dovrà essere legata a criteri meritocratici e alle competenze individuali di ogni singolo insegnante, è cosa nota, quello che non è chiaro, alla maggior parte degli addetti ai lavori, sono i criteri che il Miur intende adottare per creare delle corsie preferenziali di carriera solo per alcuni docenti.
Eppure da qualche recentissima dichiarazione pubblica del ministro dell’Istruzione Giannini emerge un punto a cui il responsabile del Miur tiene molto. Di cosa si tratta? Nello specifico si tratta di valorizzare quei docenti che riescono ad avere, attraverso la loro leadership culturale e le loro doti comunicative, una forte empatia con gli studenti. Quindi ci poniamo una importante domanda : “Per la diversificazione della carriera dei docenti, l’empatia tra prof e studenti sarà un elemento fondamentale?”.
Il ministro Giannini ritiene che l’empatia tra docente e studente sia fondamentale per un vero e sano apprendimento. Se un insegnante, dice convintamente Stefania Giannini, dovesse avere uno scarso grado di empatia, in quanto i suoi studenti lamentano questo, bisognerà intervenire su quel lato attraverso adeguati corsi di formazione. Bisogna riconoscere che il ministro ha pienamente ragione, infatti per svolgere bene il ruolo di insegnante, la dimensione empatica e la sfera comunicativa sono doti molto importanti. Attraverso l’empatia e la chiarezza della comunicazione si capisce l’alunno, cosa ha dentro e i suoi reali bisogni formativi. Da una docenza empatica e comunicativa, nasce una valutazione seria e giusta, ma tutto questo nella scuola attualmente non esiste.
La capacità di organizzare una didattica empatica e fortemente comunicativa, non è mai stata considerata più di tanto nelle procedure di reclutamento degli insegnanti e difficilmente potrà avvvenire in futuro.
Quindi possiamo dire che certamente l’empatia è un elemento fondamentale per una didattica di eccellenza, possiamo anche dire che il docente empatico riscuote grande successo con i propri studenti, ma siamo altrettanto convinti che il nostro sistema di reclutamento non è in grado di selezionare i docenti considerando la loro dimensione empatica. È importante entrare in empatia con i propri studenti per comprendere meglio la loro realtà , in modo da poter effettuare delle scelte, da vero leader culturale di riferimento, che non siano condizionate unicamente dal proprio punto di vista, che troppo spesso è fortemente limitato. Attraverso questa dimensione empatica si riesce ad avere l’assoluto controllo del gruppo classe che riconosce la leadership culturale del docente, e di conseguenza collabora per apprendere qualsiasi disciplina, senza soffrire il passare delle ore di lezione. Chissà se il ministro Giannini condivide questi pensieri e magari farà in modo di premiare quei docenti che fanno dell’empatia il loro punto di forza.
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