Lo sostiene la ministra Carrozza in uno speciale de L’Unità, che è preoccupata soprattutto per “quei due milioni di ragazzi che non studiano e non lavorano, che hanno perso fiducia nel futuro e nella possibilità di migliorare le proprie condizioni di vita”.
Intanto il decreto legge denominato «L’istruzione riparte» prevede, per la prima volta negli ultimi cinque anni, un’iniezione di finanziamenti per l’assunzione di personale e interventi per il diritto allo studio. Ma dopo i tagli del governo Berlusconi – stimati in circa 10 miliardi di euro – i 400 milioni stanziati da Carrozza non bastano. E il mondo dell’Università lancia l’allarme: a noi le briciole, rischiamo di chiudere i corsi.
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