Per comprendere sino in fondo la valutazione scolastica e formativa occorre conoscerne le potenzialità di questo prezioso strumento. E allo stesso tempo essere consapevoli anche dei suoi limiti. A sostenerlo, intervenendo alla presentazione del Rapporto Invalsi 2013, è stato l’11 luglio il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza.
Secondo il responsabile del Miur, è giunto il momento di “uscire da una logica di ‘guerre di religione’ sulla valutazione”, non si tratta del “giudizio di Dio”.
Carrozza ha poi continuato il suo intervento dicendo che “non si comprende la valutazione se non la si lega alla conoscenza: alla consapevolezza di limiti, potenzialità. E’ alla luce di questa ‘filosofia della valutazione’, legata alla necessità di conoscere quello che facciamo e come lo facciamo, che dobbiamo vedere le prove Invalsi”.
L’intervento vuole rappresentare una risposta ferma ai detrattori, Cobas in testa, delle prove nazionali imposte nel corso degli ultimi anni in tutti i livelli scolastici.
Durante la presentazione del Rapporto, i sindacati Cgil, Cisl e Uil si sono rivolti al ministro Carrozza: hanno chiesto di prorogare i contratti dei precari dell’istituto nazionale che scadono a fine anno, procedere alla nomina di un direttore generale e aprire un tavolo al Ministero. Attualmente all’Invalsi lavorano 35 persone a tempo indeterminato, 35 a tempo determinato e 35 tra co.co.co e interinali.