C’è un filo comune che sembra legare il nuovo ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, con quello uscente, Francesco Profumo: entrambi hanno una formazione accademica ingegneristica; entrambi sono stati rettori universitari; entrambi hanno guidato la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. L’ordinario di Bioingegneria Industriale di Pisa, inoltre, è già sufficientemente conosciuto al Miur: Carrozza, infatti, è da tempo coordinatrice di diversi progetti finanziati dalla Commissione Europea e dallo stesso dicastero di viale Trastevere.
Malgrado le similitudini, sul fronte della politica scolastica (quella che interessa più da vicino studenti, famiglie e dipendenti dell’istruzione) le strade parallele dei due sembrano dividersi: il programma della Carrozza, infatti, è praticamente quello presentato da mesi dal Partito Democratico, in corrispondenza della campagna elettorale per vincere le elezioni politiche. Con alcuni punti che si discostano, almeno a livello preliminare, da quelli condotti negli ultimi 18 mesi al Miur: le discordanze si trovano nella volontà del nuovo Ministro, ad esempio, a voler introdurre l’organico funzionale. Una soluzione, che chiedono da tempo anche i sindacati, che permetterebbe ai dirigenti scolastici di portare in porto la decantata autonomia attraverso la conferma per almeno un triennio del corpo insegnante e Ata in dotazione.
Ma le diversità tra i due non finiscono. Nelle ultime ore, la Carrozza avrebbe infatti confermato la volontà di assumere in blocco tutti i precari sui posti vacanti varando un vasto piano di assunzioni triennali. Su quest’ultimo punto, l’ex rettore ha detto che occorre approvare “un piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie per eliminare la precarietà dalla scuola e offrire la necessaria continuità didattica agli studenti italiani”. Riprendendo a realizzare, su questo punto, non proprio quanto tentò di fare l’ex ministro Profumo (che, anzi, puntando tanto sui concorsi a cattedra ha rallentato l’assorbimento dei precari storici). Ma rispolverano un programma avviato da qualche “inquilino” che lo ha preceduto a capo del palazzo bianco di viale Trastevere: Giuseppe Fioroni, sostenitore del piano di 150mila assunzioni in tre anni, salvo poi piegarsi alla caduta del Governo di cui faceva parte per fare spazio all’ultimo esecutivo Berlusconi e ai tagli Tremonti-Gelmini.
Certo, vi sono anche delle similitudini. Come la volontà, per entrambi, Profumo e Carrozza, di puntare sulla digitalizzazione della macchina scolastica. Oppure la convinzione che i nuovi contratti debbano essere legati ad un merito a sua volta da associare alla effettiva presenza a scuola (oltre quindi la sola didattica e ben oltre le attuali 40 + 40 ore).
I due accademici, protagonisti dell’ultima “staffetta” a capo del Miur, inoltre, sono fortemente convinti che per combattere la dispersione scolastica occorra tenere le scuole aperte anche di pomeriggio. Rimane da capire con quali soldi, visto che Comuni e Province tendono ormai a ridurre al minimo indispensabile il “monte” ore di attivazione delle utenze da pagare. Per non parlare dei soldi da destinare al personale presente oltre il proprio orario di servizio, ad iniziare dai collaboratori scolastici incaricati di tenere aperti i locali sino quasi all’ora di cena.
Siamo convinti che si tratta di particolari importanti, non certo di dettagli. Come qualcuno potrebbe obiettare. Perché senza finanziamenti adeguati sarà dura per tutti raggiungere risultati importati a capo del Miur. Se però il neo Ministro dovesse trovare il modo per trovare una soluzione al problema, derivante proprio da un adeguato investimento di fondi statali, allora avrebbe già fatto tantissimo per l’istruzione pubblica italiana.
Intanto, si aggiungono di ora in ora gli apprezzamenti per la scelta fatta dal nuovo Capo del Governo, Enrico Letta, a proposito di responsabile dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Riportiamo, tra le tante, quella del sindaco pisano, Marco Filippeschi: “sono contentissimo della scelta di Chiara Carrozza come ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e le ho inviato il ‘in bocca al lupo’ a nome di tutti i pisani. E’ una donna competente, capace e impegnata – ha aggiunto – e attenta ai giovani, ci rappresenta nel nostro bene più caro, quello che ci distingue”.