Carrozza dalla nave giunta a Palermo: a scuola si impara la legalità

”Sono oltre 3000 gli studenti saliti nelle due navi della legalità, denominate non a caso ‘Giovanni’ e ‘Paolo’ che hanno Palermo come destinazione”, così la ministra Carrozza.
“Ieri sera abbiamo avuto un lungo dibattito, i ragazzi hanno fatto domande e proposte, e’ stata una bellissima esperienza, per discutere di come la legalità si impara a scuola. Ho trovati ragazzi meravigliosi, che non mi aspettavo, Sereni, allegri, ma composti e molto impegnati, mi fermano anche sulle scale per fare domande continue sulla scuola, sulla legalità. Come ministero siamo al lavoro per favorire i programmi che studino la memoria storica, dei luoghi e delle persone importanti per il nostro Paese, per sviluppare la cultura della legalità”.
”I ragazzi – ha aggiunto – saranno distribuiti in varie iniziative e l’idea è quella di un fiume di ragazzi che prendono conoscenza dei luoghi importanti, come Capaci e il carcere dell’Ucciardone. Saranno presenti a Palermo ragazzi di oltre 13 Paesi, per far sì che Palermo sia il centro della fusione di questi programmi, il momento conclusivo di un percorso lunghissimo e ringrazio a questo proposito tutti gli insegnanti che nell’anno hanno lavorato per questa giornata”. 
”Oggi è una giornata importante e non scordate mai questa data”.
 Il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha salutato poi così le centinaia di ragazzi che hanno affollato la banchina del porto di Palermo dove sono attraccate le Navi della legalità, nella breve cerimonia che tradizionalmente segna l’avvio delle iniziative per l’anniversario delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Citando lo slogan dello striscione sorretto dai ragazzi sbarcati dalle Navi della legalità (‘Giovanni Falcone, le tue idee cammineranno sulle nostre gambe’) il ministro si è rivolta ai ragazzi dicendo: ”anche il vostro futuro camminerà sulle vostre gambe”.
Intanto le Navi della legalità ‘Giovanni Falcone e Paolo Borsellino’ sono sbarcate al porto di Palermo provenienti rispettivamente da Civitavecchia e Napoli. Una grande folla di giovani palermitani ha accolto i circa 3 mila tra studenti e professori accompagnatori giunti a bordo delle due navi.
Il presidente del Senato Pietro Grasso ha salutato i ragazzi siciliani che hanno accolto con uno sventolio di bandierine tricolore e con le note dell’Inno di Mameli i coetanei arrivati da tutta Italia nel capoluogo siciliano per il 21/mo anniversario delle stragi di Capaci e di via D’Amelio.
Sul palco dopo di lui ha preso la parola anche Don Ciotti imbarcato sulla Nave proveniente da Napoli per esortare tutti a tenere viva la memoria dei due magistrati e di tutte le vittime della mafia.
Il presidente del Senato, Pietro Grasso, è giunto a Palermo per le celebrazioni del XXI anniversario della strage di Capaci su una delle navi che hanno portato in Sicilia scolaresche di tutta Italia. Giunto all’aula bunker, Grasso è stato ricevuto dalla sorella del giudice Falcone, Maria, e ai giornalisti che gli chiedevano se da presidente del Senato fosse diversa la partecipazione a questa iniziativa annuale, Grasso ha risposto: "é la stessa emozione di sempre. La mia nuova funzione non può cambiarla". Grasso ha poi sottolineato l’importanza per i giovani della partecipazione alle celebrazioni del 23 maggio. "Sono ormai 21 anni che i giovani vengono a Palermo per questa iniziativa – ha sottolineato Grasso – e mi capita di incontrare giovani ormai laureati che mi dicono come questa giornata abbia lasciato loro un segno indelebile".
"Sarebbe stato bello se Giovanni e Paolo avessero avuto questa compagnia in vita". Si è rivolto così Nando Dalla Chiesa agli studenti palermitani e a quello arrivati da tutta Italia a Palermo per l’anniversario delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. E rivolgendosi a Maria Falcone, che gli aveva ceduto la parola, l’ha chiamata professoressa, perché, ha spiegato, "voglio valorizzare il ruolo della scuola".
Maria Falcone, sorella del magistrato vittima della strage di Capaci, tiene a precisare di avere "sempre avuto fiducia nei magistrati", essendo però consapevole che loro hanno bisogno di avere riscontri giudiziari nelle loro indagini e che quindi non possono cercare un’astratta verità. "Io spero – ha quindi aggiunto Maria Falcone – che presto ci sia qualcuno che ci dica tutta la verità. Anche Toto Riina, chissà…".
"L’intuizione fondamentale che ebbe Giovanni Falcone fu quella che per colpire realmente i mafiosi occorresse aggredire i loro soldi ed oggi le sue idee sono leggi dello Stato che hanno dato straordinari risultati". Così il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Oggi, ha detto ancora il titolare del Viminale, "abbiamo la legislazione contro la mafia più avanzata del mondo ed apprezzata da tutti i paesi, ma la mafia si evolve e forse in futuro ci sarà la necessità di aggiornamenti legislativi".
"L’Italia fu ferocemente colpita nelle persone di suoi servitori eccezionali, di grandi magistrati, di autentici eroi che sacrificarono la loro vita a difesa della legalità e della democrazia. La battaglia e l’esempio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino diedero i loro frutti".E’ quanto sottolinea il presidente Giorgio Napolitano in un messaggio inviato a Maria Falcone, Presidente della Fondazione "Giovanni e Francesca Falcone" in occasione del XXI anniversario della strage di Capaci.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in ha inviato alla professoressa Maria Falcone, Presidente della Fondazione "Giovanni e Francesca Falcone", il seguente messaggio: "Le immagini dello spietato agguato restano indelebili nella memoria degli italiani, rinnovando l’angoscia di quel giorno e il ricordo commosso del sacrificio di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e degli agenti Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, addetti alla loro tutela. L’attentato, replicato a distanza di poco più di un mese da quello in cui persero la vita Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, rappresentò uno dei momenti di massima violenza eversiva dell’attacco della mafia allo Stato. L’Italia fu ferocemente colpita nelle persone di suoi servitori eccezionali, di grandi magistrati, di autentici eroi che sacrificarono la loro vita a difesa della legalità e della democrazia. La battaglia e l’esempio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino diedero i loro frutti. Le indagini e gli interventi della Magistratura e delle Forze dell’ordine consentirono di contrastare con ancora maggiore efficacia vecchie e nuove forme di penetrazione e aggressione criminale. L’impegno prosegue instancabilmente con rinnovati successi e vede unite le forze politiche e sociali. Così come – e l’ho ricordato un anno fa a Palermo – prosegue l’impegno di perpetuare nel ricordo riconoscente i percorsi umani e professionali di coloro che sono caduti vittima del brutale attacco delle mafie. In questo contesto la mobilitazione di coscienze e di energie – promossa dalla Fondazione nel nome di Giovanni e Francesca Falcone e testimoniata dagli studenti che arrivano a Palermo a bordo delle navi della legalità – costituisce un contributo prezioso, divenuto ormai insostituibile, per la diffusione della cultura della legalità tra le generazioni più giovani. Ai partecipanti al convegno e ai ragazzi, il cui entusiasmo suscita speranza e fiducia, vanno il mio affettuoso saluto e il più fervido augurio di buon lavoro. A lei, cara Presidente e a tutti i famigliari, i sentimenti di gratitudine e di solidarietà del Paese".

Pasquale Almirante

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