“Non ho idee preconcette sulla sperimentazione. L’ho avviata e credo possa nascere qualcosa di buono”. La sperimentazione, come è noto, è quella che è stata avvita già presso alcune scuole private e pubbliche. Tuttavia la ministra ritiene che la sperimentazione vada “monitorata attentamente, dobbiamo lavorarci”, ha detto ma ha tenuto a precisare di non essere interessata a “vincere specificatamente la battaglia della riduzione di un anno o della riorganizzazione dei cicli”.
“Quello che è importante è che la scuola torni a formare la persone consentendo loro di realizzarsi e di trovare il giusto percorso in base alle proprie aspirazioni e attitudini. Perché – ha ribadito – non siamo tutti uguali e la scuola deve formare e valorizzare non solo i lavoratori ma anche i cittadini di domani, nelle loro diversità”.
Sulla sperimentazione il ministro ritiene si debba anche “confrontarsi con quanto si fa all’estero”.
Un confronto e una valutazione della sperimentazione che dovranno essere inseriti tra i temi sui quali “la Costituente che stiamo aprendo adesso” dovrà interrogare la società civile, “con l’obiettivo – ha concluso – di migliorare la scuola nell’interesse dei ragazzi”.
Lo comunica La Stampa
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