“Un problema enorme, quello dei precari. Ma chi ha tenuto in piedi per anni la formazione non può essere buttato via”: così ancora la ministra alla Città della Scienza di Napoli e poi nella scuola media di Forcella per iniziare un tour.
“Il mio obiettivo è fare di tutto affinché ci sia una ripartenza della attività ma in questo momento occorre, soprattutto, la mia vicinanza e quella del governo alla comunità scientifica-accademica di Napoli. Questa visita è un modo simbolico per ricominciare a parlare di progetti concreti”.
Visitare la scuola di Forcella, un quartiere disagiato di Napoli, è un modo, dice ancora Carrozza, per “parlare con i docenti, con gli alunni e capire cosa c’è che non va. A Napoli, poi a Bari a Palermo e, via via, risalire verso Nord per visitare le realtà di tutto il Paese: occorre una ricognizione di quello che tutti gli esponenti pensano dello stato attuale dell’università e di quello che c’è da fare. Alla fine del percorso di incontri definiremo le priorità in accordo con il Governo. Ma la mia priorità è il Sud del Paese”.
“Intanto preferisco vedere i dati e studiarli: preferisco non parlare per luoghi comuni altrimenti sono tutti discorsi che non servono a nulla”. In riferimento alla cosiddetta riforma Gelmini, ha ripetuto che essa “ha alcuni punti che probabilmente necessitano di un cambiamento. Ma vediamo: non è questa la mia priorità ora”, mentre sulla valutazione Invalsi delle scuole “sicuramente occorre fare una riflessione”.
Anche sul voto agli esami di stato, che rischia di privilegiare chi ha studiato in un diplomificio, si è espressa: “Sono contraria, da docente, a dare un voto sulla base di un altro conseguito in un’altra scuola. Il voto della maturità può essere utilizzato per i test universitari ma in minima parte, mentre per quanto riguarda la rincorsa verso l’elettronica, che nel Mezzogiorno è meno utilizzata, ha detto: “Occorre non abbandonare l’agenda digitale. La scuola, ma anche la ricerca sono temi trasversali che uniscono il Paese. C’é un’ampia convergenza sul fatto che ricerca e innovazione siano fondamentali per il futuro dell’Italia e non bisogna averne paura perché il mondo, e quindi la scuola, vanno verso una complessità. Ma questo deve essere uno strumento più ampio per portare a tutti internet e, quindi, servizi della pubblica amministrazione. Senza correre il rischio che qualcuno sia marginalizzato a causa della mancata copertura del territorio di internet. Solo così si potrà superare il gap tra le due parti del Paese”.
Sul precariato invece e sui concorsi, che non assorbiranno tutti gli aspiranti professori, la ministra è stata chiara: “Quello dei precari è un problema enorme. Per anni hanno tenuto sulle loro spalle la scuola senza avere alcuna certezza sul proprio futuro. Ora non possiamo abbandonarli, abbiamo un dovere morale verso di loro ma è chiaro che deve essersi un bilanciamento anche per i giovani. Il punto fondamentale è lo stesso: ci sono pochi ingressi nel mondo della scuola e dell’università. Aumentare le occasioni di lavoro agli under 24. Basta con la politica dei tagli; dobbiamo investire per aumentare l’attrattività e le occasioni di lavoro ma purtroppo occorrono investimenti enormi. L’obiettivo c’è, il mio lavoro andrà in questo senso per cominciare ad invertire la tendenza ma non garantisco la rivoluzione. Il mio obiettivo è aumentare le risorse. Di più non si può tagliare.” Il mondo accademico è “un mondo molto vivo che ha voglia di ripartire. E deve ripartire”.
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