Carrozza sposa la causa dei precari: si lavora meglio col lavoro stabile

Oltre cento giorni possono bastare per prendere una posizione. E così è stato. A quattro mesi dall’insediamento nel dicastero a viale Trastevere, il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza sembra aver deciso di schierarsi con i precari della scuola. Dopo che aver annunciato che non bandirà “più un concorso pubblico per assumere docenti in queste condizioni”, visto che “in Toscana e Lazio le commissioni non hanno concluso il lavoro, altrove mancavano classi di concorso, mancavano discipline” e che “prima di pensare a nuovi concorsi dobbiamo ridare certezza a chi già nella scuola lavora”, il Ministro stavolta ha difeso a spada tratta l’operato degli studenti: l’8 settembre, dai microfoni di Rainews 24, rispondendo a una domanda sui tanti precari che lavorano nella scuola, ha detto che si lavora “meglio quando si ha un lavoro stabile”. Elemento essenziale per garantire la continuità didattica. Carrozza ha poi aggiunto: “la scuola ha tanti precari. C’è stata una filosofia della precarietà, ma io credo che gli insegnanti insegnino meglio se hanno stabilità”.
Il ministro ha quindi fatto intendere che il Governo ha intenzione di stabilizzare oltre quanto era stato preventivato tra maggio e giugno (44mila precari in tre anni): a questo punto prende sempre più quota l’aggiunta dei 27-28 docenti di sostegno. Con il ministero dell’Economia rassicurato che verranno attuate nel prossimo triennio.
Sul provvedimento che approderò tra poche ore in Consiglio dei ministri “si è lavorato tanto”, ha sottolineato Carrozza: è” un risultato di tutto il Governo, frutto di tanto lavoro anche da parte degli altri ministri. Io in un certo senso sono la relatrice, agisco per conto del governo Letta. Questo é un governo di servizio e il suo spirito è quello di portare risultati a casa”.
Incalzato sempre dai giornalisti, che chiedevano lumi sui contenuti del decreto, in particolare se conterrà anche interventi quello contro la dispersione scolastica, la Carrozza ha risposto così: “Noi vogliamo rilanciare la scuola, non ci sono altri obiettivi”.
A proposito, infine, dell’inaugurazione dell’anno scolastico, il Ministro ha spiegato che “ha un forte valore simbolico”. E proprio per questo motivo ha deciso di recarsi a Casal di Principe, “per dare un messaggio di normalità a quel territorio”. Aggiungendo che ha intenzione di tornare sul posto. “L’Italia si salva se tutto il territorio italiano si salva. Non dobbiamo dare per perso nessuno. E’ nostro dovere – ha concluso – assistere chi lavora in quei territori”. Perché in certi contesti anche lavorare nella scuola può diventare complesso.
Alessandro Giuliani

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