La dimensione delle classi “è un problema sul quale l’attenzione mia e del Ministero è costante, particolarmente al momento di avvio dell’anno scolastico”.
“Il recente decreto-legge in materia di istruzione non è intervenuto sul tema non perché ne sia stata sottovalutata l’importanza o perché si escludano situazioni di emergenza, ma in quanto – ha spiegato – è possibile intervenire su questo tema a livello amministrativo”.
Al di là dei casi particolari, la ministra ha ribadito l’impegno “nell’assicurare che ogni classe di ciascuna scuola italiana abbia un numero di studenti adeguato all’ordine e al grado degli studi, oltre che alle caratteristiche degli studenti stessi”.
“La giusta dimensione di una classe dipende comunque – ha aggiunto – da diversi fattori. Il primo e il più importante, naturalmente, è costituito dalle esigenze educative, da valutare anche alla luce di eventuali situazioni di disabilità. Non si può negare, peraltro, che sulla dimensione delle classi incidano anche altri fattori, quali l’edilizia scolastica, la sicurezza degli edifici, sulla quale i dirigenti scolastici sono chiamati a vigilare, ma soprattutto gli organici del personale docente della scuola, sui quali hanno inciso pesantemente le misure di contenimento della spesa pubblica, che hanno fatto registrare negli scorsi anni una riduzione di 87.400 unità di personale docente e di 44.500 unità di personale Ata.
Rispetto a tali dati si è però registrata, già dal precedente anno scolastico, un’inversione di tendenza con la conferma anche per l’anno appena iniziato di 627.732 unità di personale, cosa che garantisce alle scuole la formazione di tutte le classi necessarie, il mantenimento del tempo scuola nei vari gradi di istruzione, nonché l’istituzione di tutti gli indirizzi nelle scuole secondarie di secondo grado”.
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