Anche se sono passati solo cinquanta giorni dall’insediamento a viale Trastevere, sulle scuole paritarie il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha detto in più occasioni che si tratta di strutture utili e che non possono essere eliminate: l’ultima volta, il 21 giugno, è stata in occasione di un suo intervento ad “Agorà” su Raitre. Le scuole paritarie, ha spiegato il ministro, sono necessarie, perché il pubblico da solo non ce la fa. Per poi aggiungere: lo Stato “investe l’1,2% delle proprie risorse nel sistema paritario, il quale copre il 10% dei bambini”. Soprattutto, ricordiamo, a livello di scuola d’infanzia e primaria.
E ancora: “noi abbiamo un sistema scolastico che si basa sul servizio pubblico”, ha spiegato Carrozza. Le scuole paritarie “offrono un servizio: è un sistema su cui investiamo pochissimo ma che rende tantissimo, perché ci aiuta a dare un servizio a chi ne ha bisogno”. Quello che ci interessa, ha sottolineato il Ministro, “é il servizio e mettere in campo tutte le risorse che abbiamo” per garantirlo.
Un ragionamento, quello della Carrozza, che rispecchia in pieno la posizione assunta dal Pd in occasione del referendum di Bologna sul mantenimento dei finanziamenti comunali per la scuola non statale.
“In questo momento di crisi – ha concluso – non possiamo pensare e agire solo ideologicamente. Questo però non significa che lo Stato non deve investire sulla scuola pubblica, su cui dobbiamo avere un piano a lungo termine per creare e costruire nuove scuole”.
Morale della favola: le scuole paritarie rimarranno in vita. Almeno per tutta la durata di questo Governo.
Le parole della Carrozza hanno trovato immediato consenso tra alcuni politici. Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, sostiene che il Ministro dice “esattamente ciò che in Veneto affermiamo da anni e che abbiamo fatto presente in tutti i modi a tanti ministri che l’hanno preceduta, ma sempre inascoltati”. “Da noi, ben il 70% dei bambini – contro il 10% a livello nazionale – frequentano le scuole paritarie – ricorda Zaia – che costano un terzo di quelle statali. Per permettere di continuare a erogare il servizio indispensabile che offrono alle famiglie la Regione ha stanziato 16,5 milioni di euro per il 2013 in pratica togliendosi il pane di bocca visto il bilancio lacrime e sangue che abbiamo fatto. Invito il ministro – continua Zaia – ad andare avanti a testa bassa all’interno del Governo per reperire le risorse necessarie ad assicurare a tutti i bambini che ne hanno diritto di poter frequentare le scuole per l’infanzia siano esse pubbliche e/o paritarie”.