La carta del docente resterà ancora per il prossimo anno e forse anche oltre. Sta scritto nella legge di bilancio.
Leggere la tabella 7 relativa alle spese di competenza del Miur allegata alla legge di bilancio entrata in vigore il 1° gennaio scorso non è molto semplice; soprattutto non è facile capire cosa cambia rispetto agli anni passati perché in diversi casi le spese sono state aggregate in modo diverso.
Intanto va detto che la “tabella” è un bel malloppo di più di 500 pagine fitte di numeri, cifre, dati e con spiegazioni ridotte al minimo essenziale, tanto che non c’è da stupirsi se, talora, persino gli addetti ai lavori si confondono o commettono qualche svista.
Con qualche sforzo e con un po’ di cautela si possono ricavare un po’ di dati utili per capire come funzionerà il bilancio del sistema scolastico nel corso del 2019.
Un dato interessante riguarda per esempio la questione della carta del docente, strumento molto utilizzato dagli insegnanti anche se fin dalla sua comparsa è entrato nel pacchetto delle misure “renziane” sulla scuola e quindi visto con sospetto se non addirittura osteggiato.
Di tanto in tanto anche qualche sindacato è intervenuto per chiederne l’abolizione (clamorosa la sortita del segretario nazionale Uil Scuola Pino Turi che qualche tempo fa ebbe a dire che la carta andrebbe abolita perché spesso viene usato per acquisti truffaldini di lavatrici e altri elettrodomestici).
Ebbene, nella legge di bilancio 2019 sono stati inseriti i fondi necessari a finanziare la carta sia per il 2019/20 sia per gli anni successivi
Per il momento, quindi, l’idea di eliminare la carta e di utilizzare la stessa somma per ritoccare gli stipendi dei docenti non sembra essere nelle intenzioni del Governo.
Forse anche perché sono tutti bene consapevoli che se i 370 milioni della carta si trasferissero sugli stipendi comporterebbero un aumento netto di 25 euro mensili al massimo.
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