Numerosi ricorsi, presentati in tutti i Tribunali d’Italia, continuano a trovare accoglimento, riconoscendo ai docenti precari il diritto ad ottenere la Retribuzione Professionale Docente, mediamente pari a circa 180 euro per ogni mese di servizio, nonché il Bonus docente, pari a 500 euro per ciascun anno scolastico.
In ultimo, il Tribunale di Napoli, accogliendo i ricorsi patrocinati dall’avv. Guido Marone, ha condannato il Ministero a corrispondere ad un docente precario, la somma complessiva di euro 1.700 euro circa, sia a titolo di Retribuzione Professionale non corrisposta ai precari, che per la Carta Docente, per un periodo di lavoro di circa 6 mesi.
Infatti, il Ministero continua a non corrispondere ai docenti precari, la quota stipendiale della Retribuzione Professionale (pari a circa 180 euro al mese per contratti di 18 ore settimanali), né il Bonus Docente (pari a 500 euro per ciascun anno scolastico), contravvenendo alla normativa europea come riconosciuto dalle numerose sentenze dei giudici italiani che hanno condiviso le tesi dell’avv. Marone.
Pertanto, tutti i docenti precari che abbiano maturato almeno 180 giorni di servizio per ciascun anno scolastico, anche con contratti a spezzoni, possono, attraverso ricorso, ottenere la somma di almeno 1.600 euro per ciascun anno scolastico, sia come RPD che come Carta Docente.
Laddove, invece, il docente abbia maturato un periodo di servizio superiore a 180 giorni, la condanna a carico del Ministero potrà essere ancor maggiore alla somma suindicata per ciascun anno scolastico, rilevato che la Retribuzione Professionale viene computata secondo il numero di ore di lavoro per ciascun giorno di contratto.
Per ottenere tutte le informazioni per la proposizione del ricorso, è sufficiente compilare il form all’indirizzo:
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