Carta del docente: flop annunciato

La carta del docente si sta rivelando un flop annunciato da quando quest’anno si è trasformata in un borsellino elettronico perché molto farraginoso e macchinoso si è rivelato il sistema di accreditamento dei 500 euro.
La carta del docente finanziata per sostenere l’aggiornamento professionale degli insegnanti, lo scorso anno era stata assegnata al personale della scuola con contratto a tempo indeterminato, attraverso l’accreditamento della somma sui conti correnti postali e bancari dei docenti. Quest’anno si è voluto cambiare e molte difficoltà sono state riscontrate nelle procedure di assegnazione dell’identità digitale (lo SPID), nelle password per accedervi e nella procedura di creazione del buono da spendere.
Un procedimento talmente contorto ed estenuante che ha costretto una vasta pletora di docenti a rinunciarvi.
Le percentuali si aggirano interno al 60% di rinunce all’utilizzo della carta del docente, la qual cosa porterà risparmi consistenti alle casse dello Stato. Ci verrebbe da pensare se il passaggio dalla forma di accreditamento dei 500 euro sui conti correnti al borsellino elettronico, non sia stato un escamotage per scoraggiare i docenti che, estenuati dalla lunga procedura per ottenere la carta, vi debbano rinunciare.
Non sarebbe stato meglio accreditare anche quest’anno la somma sui conti correnti che potevano essere liberamente spesi dietro presentazione della fattura? Si è detto che la rendicontazione della fattura al termine dell’anno scolastico ha provocato un ulteriore aggravio di lavoro alle segreterie scolastiche.
L’espediente del borsellino elettronico ha, invece, provocato uno scervellamento da parte del personale docente il quale sfiduciato ha preferito rinunciarvi. Se davvero il Miur ha a cuore l’aggiornamento professionale dei docenti, invece di creare queste forme di aggiornamento macchinose, dovrebbe consentire ai docenti di poter scaricare l’intera spesa dei 500 euro nella certificazione dei redditi con la presentazione del modello 730.
Purtroppo in Italia c’è il malvezzo di rendere difficile tutto ciò che può sembrare facile per mezzo dell’inutile. Le cose semplici e lineari sono quelle che rendono meno complicata la vita dei docenti che, giornalmente, devono fronteggiare i mille problemi delle realtà scolastiche in cui lavorano.
Altrettanto farraginose sono state le operazioni di accreditamento da parte degli esercenti che hanno dovuto vedersela con l’Agenzia delle Entrate.
Sarebbe il caso di tornare alla forma originaria che consiste nell’accreditare i 500 euro sui conti correnti, altrimenti questa operazione dell’aggiornamento professionale dei docenti per l’acquisto di libri in formato cartaceo e digitale, di software e hardware è destinato ad un miserevole flop come sta già avvenendo.

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