La carta del docente istituita con la Legge 107/2015, 500 euro all’anno da spendere in formazione, riservata ai soli docenti con contratto a tempo indeterminato ormai mostra tutte le sue contraddizioni.
L’accusa più frequente mossa da docenti precari e da alcune forze sindacali è che tale misura sia stata prevista per i soli docenti di ruolo e non anche per i docenti con contratto a tempo determinato con contratti al 30 giugno o al 31 agosto.
Al netto di episodi diffusi di mal costume nell’utilizzo della carta del docente, complici alcuni esercizi commerciali, la Carta del docente dopo sei anni sembra destinata ad andare in pensione.
Già nello schema di decreto della Legge di Bilancio 2022, c’è stato il tentativo, poi al momento accantonato, di far confluire il fondo stanziato dalla 107 per il bonus nel MOF, destinandolo alla premialità.
Da tempo SBC va affermando che bisognerebbe rivedere questo bonus ed estenderlo ai docenti a tempo determinato con supplenza annuale o temporanea fino alla fine delle attività didattiche.
La proposta di SBC non è quella di far confluire i fondi per la carta del docente nella premialita’ che spesso nella scuola si traduce in forme di clientelismo, bensì creare un istituto contrattuale denominato “complessità professionale” che andrebbe a ristorare la maggiore complessità nell’esercizio della professione sia per i docenti di ruolo sia per i supplenti annuali.
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