La Carta del docente potrebbe avere vita breve o, perlomeno, in futuro potrebbe funzionare con un meccanismo diverso rispetto a quello attuale.
Intanto va detto che per l’anno scolastico in corso non ci saranno cambiamenti, perchè per il momento i soldi accreditati sul “borsellino” di ciascun docente restano.
Quindi fino al 31 agosto prossimo tutto resterà come ora.
Da alcune settimane, e in particolare da quando c’è stato il cambio al vertice del Ministero con l’arrivo di Lucia Azzolina, si parla però con sempre maggiore insistenza di una revisione della Carta.
Rivista la tabella dei beni acquistabili con la Carta
Una delle ipotesi più probabili è che dal prossimo anno scolastico venga rivista la “tabella” dei beni acquistabili con la Carta, tabella che – ad oggi – è abbastanza ampia, in quanto si va dai prodotti informatici (tablet e PC fissi o portatili) fino ai libri, ai corsi di formazione e agli spettacoli cinematografici o teatrali.
Secondo voci provenienti dagli uffici del Ministero è possibile che i prodotti informatici vengano eliminati e così pure film e spettacoli, in modo da limitare l’uso della Carta alla sola formazione.
Fondi della Carta usati per il contratto
In tal caso l’importo della Carta potrebbe essere ridotto in modo da recuperare un po’ di risorse da stanziare per il rinnovo contrattuale.
Nel concreto questa soluzione consentirebbe di limitare il valore della carta 200-250 euro e di avere 150-200 milioni da destinare al contratto; una somma del genere permetterebbe di riconoscere a tutto il personale (1.200.000 dipendenti fra docenti e Ata) un aumento mensile lordo di non più di 8-10 euro.
Se invece l’intero importo della Carta fosse destinato al rinnovo contrattuale, come chiedono anche alcuni sindacati, l’aumento potrebbe arrivare a 18-20 euro (sempre lordi).
Bisogna però considerare che, per il momento, la legge di bilancio per il 2020 prevede ancora la disponibilità di 380 milioni di euro per la Carta del docente e quindi, per poter modificare la destinazione di tale somma, sarebbe necessario un provvedimento con valore di legge e non basterebbe un semplice decreto ministeriale.
Vedremo se, nel presentare al Parlamento il proprio programma di lavoro, la Ministra Azzolina fornirà qualche anticipazione in merito.