Da quanto è dato sapere, la settimana, che andrà dal 30 settembre al 5 di ottobre, sarebbe quella indicata per la riapertura della piattaforma della Carta del docente. Tale riapertura prevede la restituzione dei residui del bonus da 500 euro dell’anno scolastico 2023/2024 non spesi entro il 31 agosto 2024 e il caricamento del nuovo bonus per l’anno scolastico 2024/2025. Si fanno sempre più consistenti le voci di chi sostiene che il bonus docenti 2024/2025 non sarà più di 500 euro, ma verrà forse decurtato. Secondo alcune note sindacali pubblicate di recente, il bonus della carta del docente 2024/2025 sarà di 425 euro.
Da qualche giorno, entrando con lo SPID sulla piattaforma della Carta del Docente, si trova il seguente avviso: “L’iniziativa relativa all’a.s. 2023/2024 è terminata, prossimamente avrà inizio quella relativa all’a.s. 2024/2025“.
Sulla decurtazione del bonuc docenti da 500 euro a 425 euro non c’è nessuna dichiarazione ufficiale da parte del Ministro dell’Istruzione e del Merito, c’è però una norma legislativa, stabilita dal Governa Draghi nel 2022, che prevede un taglio progressivo dei finanziamenti per la Carta del docente. Proprio questo dispositivo di legge e il timore della sua applicazione, ha spinto alcuni sindacati a lanciare l’allarme di una decurtazione del bonus proprio a partire dall’anno scolastico 2024/2025. La domanda è proprio questa: ” Ci sarà oppure no questo taglio sulla Carta del docente?”.
La risposta l’avremo molto probabilmente nella prossima settimana, quando sarà riaperta l’iniziativa della Carta del docente 2024/2025. Con la riapertura della piattaforma della Carta del docente si potrà conoscere la verità controllando il proprio “portafoglio”, solo in quell’occasione saremo in grado di capire se il MIM ha applicato la decurtazione del bonus o se invece è riuscito, come già fatto per l’a.s. 2023/2024, a mantenere inalterato il massimale del portafoglio annuo.
È bene ricordare, al fine di conoscere le origini della Carta del docente, che l’art.1, comma 121 della legge 107/2015 aveva introdotto una carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. La suddetta Carta, dell’importo nominale di euro 500 annui per ciascun anno scolastico, sarebbe stata utilizzata per l’acquisto di libri e di testi, anche in formato digitale, di pubblicazioni e di riviste comunque utili all’aggiornamento professionale, per l’acquisto di hardware e software, per l’iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream o a master universitari inerenti al profilo professionale, per rappresentazioni teatrali e cinematografiche, per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo, nonché per iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione.
Al comma 123 dell’art.1 della legge 107/2015 veniva autorizzata, attraverso le leggi di bilancio, la spesa di euro 381,137 milioni annui a decorrere dall’anno 2015. Il Governo Draghi, con il decreto legge 36/2022 che modifica il decreto legislativo n.59/2017 introducendo l’art.2 bis, autorizza la riduzione della spesa annua della carta del docente, sottraendone 19 miloni per il 2024 e 50 miloni per il 2025.
È importante ricordare, per dare una precisa verità storica, che la riduzione del bonus da 500 euro della Carta del docente non è politicamente imputabile all’attuale Presidente del Consiglio, ma la norma del su richiamato art.2 bis del decreto legge 59/2017, risale al 2022 quando a Palazzo Chigi c’era Mario Draghi.
L’applicazione della legge suddetta comporterebbe una riduzione dela bonus docente di circa 100 euro. Quindi potrebbe verificarsi che con la ricarica della carta elettronica del docente, ci possa essere una decurtazione tale da trovare un bonus massimo di 425 euro o addirittura di 400 euro.
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