Il giorno tanto atteso è arrivato: oggi, martedì 8 ottobre, alle ore 16, si svolgerà l’incontro tra sindacati e Ministero dell’Istruzione e del Merito inizialmente previsto per giorno 2. Con molta probabilità, tra i temi sul tavolo, ci sarà la Carta Docente: mai come quest’anno la riattivazione del bonus dopo il consueto stop di settembre sta avvenendo così tardi.
I sindacati hanno più volte ribadito che durante l’incontro con il ministro chiederanno cosa sta succedendo sulla questione della card docente e se, soprattutto, l’importo sarà ridotto come sostenuto dalla Flc Cgil.
Quindi, dopo la riunione di oggi, probabilmente trapelerà qualche notizia certa in merito al destino del bonus.
A preoccupare il corpo insegnante è il fatto che per quasi un decennio la Carta del docente è stata assegnata nella seconda decade di settembre, mentre per la copertura economica relativa all’anno scolastico appena iniziato, il 2024/25, (comprese le somme residue del 2023/24), siamo giunti a ottobre inoltrato senza avere alcuna comunicazione o giustificazione da parte del Ministero.
Così, tanti insegnanti stanno esprimendo tutto il loro disappunto, soprattutto perché l’inizio dell’anno scolastico comporta la programmazione di tutte le attività, compreso l’aggiornamento professionale obbligatorio introdotto sempre dalla Buona Scuola approvata dal Governo Renzi. Avere a disposizione i 500 euro annuali (in diversi casi anche 1.000 euro, considerando gli “avanzi” dell’anno precedente) avrebbe rappresentato una boccata d’ossigeno non indifferente.
Nel frattempo, per meglio comprendere come considerano i docenti la card annuale per la loro formazione, La Tecnica della Scuola ha condotto un sondaggio tra gli insegnanti italiani: dall’indagine – che ha coinvolto 3.174 lettori di tutto il Paese, con partecipazioni infatti da Nord, Sud e Isole – risulta che la Carta del docente continua a essere considerata un supporto importante, anche se non immune da critiche. Certo, se la maggior parte degli insegnanti apprezza, infatti, l’opportunità di utilizzare questi fondi per la propria formazione, c’è anche chi chiede una riflessione più ampia su come valorizzare e sostenere la categoria.
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