Matteo Renzi difende con i denti il comma 124 dell’unico articolo della Legge 107 del 2015 che ha introdotto la carta del docente, un provvedimento voluto dall’allora maggioranza parlamentare (quasi interamente composta dal Pd) per fare aggiornare il personale insegnante di ruolo attraverso 500 euro l’anno fruibili e spendibili tramite lo Spid.
“La carta del docente – ha scritto su Twitter l’ex premier – è stata una nostra, lungimirante, intuizione nel 2015. Toglierla o decurtarla oggi è un errore e un autogol”.
Il riferimento è ai tagli previsti alla card annuale degli insegnanti, per finanziare nuovo reclutamento e formazione dei docenti attraverso l’approvazione del decreto legge 36 approvato dal CdM il mese scorso e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 aprile.
Renzi, oggi leader di Italia Viva, sostiene che ha anche “firmato un emendamento” la decreto 36 (alle commissioni prima e settima) per innovare le modalità di assunzione e formazione degli insegnanti, anche permanente, “per chiedere al Ministro di riconoscere l’errore e tornare indietro. Viva la carta del docente”.
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