Si discute da settimane del ritardo assordante dell’erogazione della carta del docente. Proprio oggi, martedì 8 ottobre, alle ore 16, si svolgerà l’incontro tra sindacati e Ministero dell’Istruzione e del Merito inizialmente previsto per giorno 2. Con molta probabilità, tra i temi sul tavolo, ci sarà la Card Docente.
I sindacati hanno più volte ribadito che durante l’incontro con il ministro chiederanno cosa sta succedendo sulla questione della card docente e se, soprattutto, l’importo sarà ridotto come sostenuto dalla Flc Cgil.
Da un sondaggio della Tecnica della Scuola, che ha coinvolto 3.174 lettori di tutto il Paese, con partecipazioni da Nord, Sud e Isole, risulta che la Carta del docente continua a essere considerata un supporto importante, anche se non immune da critiche. Certo, se la maggior parte degli insegnanti apprezza, infatti, l’opportunità di utilizzare questi fondi per la propria formazione, c’è anche chi chiede una riflessione più ampia su come valorizzare e sostenere la categoria.
C’è da dire, però, che i dati pubblicati sulla spesa della card e le percentuali riguardanti la formazione sono molto bassi. Come riporta Il Giornale, da un’elaborazione di Italia Oggi, per Enti e corsi accreditati è stato speso, in nove anni, appena il 3,08% dei quasi 3,5 miliardi. Solo lo 0,3% è stato utilizzato in corsi di formazione coerenti con il Piano per la formazione dei docenti, appena lo 0,44% è stato investito per corsi di formazione finalizzati alla laurea, l’1,60% per i corsi post laurea e i master, per le certificazioni appena lo 0,11%. Pochissimi gli insegnanti che hanno pagato con la Carta docenti mostre (0,86%), musei e teatri (1,48%) e cinema (0,5%), anche perché in molti casi l’ingresso è gratuito. A seguire libri e testi (23,84%) e la spesa in hardware (67,76%).
Secondo quanto riportato dal Giornale, sono emerse anomalie nelle dinamiche di acquisto degli hardware. Infatti, nonostante non fosse possibile acquistare elettrodomestici, perché non rientravano nella lista consentita per legge, molti hanno comprato frigoriferi o altri accessori per la casa. Ma come è stato possibile? Il cliente in possesso della carta del docente si ricava in negozio, comprava un bene regolarmente previsto e poi dopo qualche giorno lo restituiva lamentando un malfunzionamento. In questo modo il negoziante era “costretto” a emettere un buono e di conseguenza veniva usato per acquistare elettrodomestici o roba simile. Pare che secondo alcune sentenze, in molti casi gli esercenti fossero anche complici del gioco, tanto che qualcuno è stato condannato al pagamento di sanzioni molto salate.
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