Solo l’ipotesi che la carta docente da 500 euro per l’auto-aggiornamento possa essere messa in discussione, dopo nemmeno due anni, ci lascia a dir poco perplessi.
“Era e rimane uno dei punti forti della Buona Scuola, una di quelle norme che ha riscosso consensi unanimi, perché ha fornito finalmente la possibilità, dopo decenni di vuoto, di svolgere un corso di formazione, di fruire di attività culturali o di acquistare uno strumento professionale, senza che i docenti dovessero pagarle di tasca propria. Ora, però il ministro Fedeli ci dice che c’è da capire se ha funzionato”.
A dirlo è stato Alessandro Giuliani, direttore della Tecnica della Scuola, nel corso della trasmissione “L’angolo del direttore”, andata in onda il 13 marzo su Radio Cusano.
“Secondo noi – ha detto Giuliani –, si possono mettere in discussione le modalità adottate per mettere i docenti nelle condizioni di spendere il bonus annuale. Soprattutto quella di quest’anno, con l’introduzione difficoltosa del ‘borsellino elettronico’ e i tanti problemi riscontrati dagli esercenti per riuscire ad ottenere i rimborsi in tempi celeri. Ma i docenti non hanno alcuna colpa”.
“È impensabile che Governo e Miur stianno pensando di cancellare il bonus per l’aggiornamento individuale – ha continuato il direttore –, perché significherebbe che dietro all’aggiornamento professionale non c’è adeguata progettazione. Oppure che si naviga a vista”. Con ogni nuovo Esecutivo che cambia le carte in tavola.
Nel 2016, su circa 700mila docenti che hanno fruito del bonus da 500 euro, probabilmente ci sarà stato anche qualcuno che ne avrà fatto un utilizzo non consono. Ma ciò non giustifica che debbano esserne privati in futuro tutti gli altri, cioè la stragrande maggioranza, che invece della carta docente hanno fatto un uso lecito e proficuo.
Probabilmente il ministro dell’Istruzione, nell’esplicitare i suoi dubbi sulla carta docente, si riferiva a questo aspetto. Ma, in tal caso, avrebbe fatto meglio a specificare.
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“Non ci troverebbe minimamente d’accordo, invece, un’eventuale retromarcia sul rilascio della quota di aggiornamento: è una legge dello Stato, fa parte della Buona Scuola: allora adottiamola”. Almeno sino a quando non si approvi una norma che fa decadere il comma 121 della Legge 107/15. E, con essa, anche buona parte dell’impianto sull’aggiornamento professionale obbligatorio.
Durante la puntata del 13 marzo, Giuliani ha anche commentato lo sciopero di venerdì prossimo 17 marzo contro le otto deleghe della Buona Scuola (“difficilmente avremo degli stravolgimenti, ma solo modifiche non rilevanti”) e sulla presa di posizione dei presidi contro l’accesso alla maturità con la media del ‘sei’ anziché la sufficienza in tutte le discipline (visto che il Governo non sembra tornare sui suoi passi): “non hanno tutti i torti, visto che al 2018 basterà avere nove in condotta ed educazione fisica per superare due gravi insufficienze”, magari in italiano e matematica.
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