Trovano conferma anche in seno al ministero dell’Istruzione, le anticipazioni odierne fornite dalla Tecnica della Scuola proposito della mancanza di fondatezza delle notizie apparse su alcune testate giornalistiche, nel week end passato, sul rischio della sottrazione delle somme non spese negli anni passati relative al bonus di aggiornamento dei docenti di ruolo.
La nostra testata giornalistica è in grado di far sapere ai propri lettori che è intenzione del ministro dell’Istruzione mantenere in vita tutte le quote residue della carta docente da 500 euro: anche quelle dell’anno scolastico 2016/2017, che invece dal 1° settembre prossimo avrebbero dovuto essere incamerate dallo stesso Miur.
La decisione è arrivata su espressa richiesta dello stesso ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti. Così, in questi giorni al dicastero di Viale Trastevere stanno lavorando per dare indicazione agli Uffici Scolastici di comunicare a loro volta al personale che non verrà decurtata alcuna somma dal cosiddetto “borsellino elettronico”.
La decisione del ministro è motivata dal fatto che nell’anno scolastico passato l’erogazione della somma, i 500 euro, è giunta ai circa 750mila docenti di ruolo in sensibile ritardo: l’accreditamento, posticipato di alcuni mesi, quindi, ha dato facoltà ai vertici del Miur di non far perdere alcuna somma.
Questo significa che tutto ciò che i docenti si ritrovano nella carta docente, da fruire attraverso il cosiddetto Spid, comprensivo ovviamente delle somme non spese nell’anno corrente, il 2017/18, potrà essere spese entro il 31 agosto 2019.
Non solo, a questi soldi si aggiungeranno anche quelli del prossimo anno scolastico. In teoria, un docente che non ha ancora speso nulla, si ritroverà un “tesoretto” formativo da 1.500 euro.
A meno che non accada quello che ha ipotizzato qualche giorno fa da Il Fatto Quotidiano, secondo il quale “un aumento non previsto del personale docente di ruolo rispetto a quanto stimato potrebbe comportare una riduzione dell’importo effettivo della Carta, da individuare con successivo provvedimento”.
La riduzione per il prossimo anno scolastico, il 2018/19, sarebbe motivata dall’innalzamento del numero di beneficiari, tra cui potrebbero figurare anche i precari. Su questo aspetto, è molto probabile che si allestisca a breve un confronto con i sindacati di comparto.
La decisione di ridurre la consistenza del bonus individuale, tuttavia, necessiterebbe di un provvedimento legislativo ad hoc, proprio per superare la somma canonica di 500 euro annui prevista dalla Legge 107 del 2015.
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