Quella della carta docente per gli educatori è una questione che ci trasciniamo ormai da anni. Gli educatori che operano nei convitti sono docenti tutti gli effetti, della scuola primaria per l’esattezza, profilo al quale risultano equiparati a tutti gli effetti. Eppure, sin dall’inizio, da quando la carta di 500 euro all’anno è stata istituita (legge 107 del 13 luglio 2015) la stessa non è stata abilitata per il personale educativo.
Per volontà del Ministero dell’Istruzione, peraltro, la piattaforma (https://iam.pubblica.istruzione.it/iam-ssum/sso/login) dove i docenti possono aggiornarsi a pagamento, partecipando a corsi specifici, utilizzando proprio la carta docente, è preclusa agli educatori, contro i quali il Mi si è addirittura costituito in giudizio, al fine di negare loro l’estensione della carta docente.
Il personale educativo delle scuole pubbliche italiane continua a reclamare il diritto alla carta docente, dato il dovere di aggiornarsi al pari del personale docente.
L’art.129 del contratto nazionale comparto scuola, al comma 4 – Azioni funzionali all’attività educativa – recita: “Rientra altresì nell’attività funzionale all’attività educativa la partecipazione ad iniziative di formazione e di aggiornamento programmate a livello nazionale, regionale o di istituzione educativa”.
I sindacati hanno promosso il ricorso al TAR, che si è pronunciato in maniera favorevole al personale educativo.
Cosa ha fatto il Ministero per tutta risposta? In via cautelativa, il Mi ha emesso un pagamento straordinario solo per un anno, per poi impugnare il provvedimento del TAR.
Intanto, in attesa che il procedimento venga trattato in tutti i gradi di giudizio, gli educatori hanno avviato dei procedimenti giudiziari individuali presso il giudice del lavoro competente, mettendo in mora il Ministero, che ha dovuto pagare di anno in anno, ad ogni singolo educatore che avviato il procedimento, i 500 euro della carta docente.
“Una situazione farraginosa – lamenta un lettore della Tecnica della Scuola – che ha di fatto impedito negli ultimi anni agli educatori il diritto/dovere all’aggiornamento professionale. Prima della carta docente le istituzioni scolastiche, all’inizio delle attività didattiche o alla fine, organizzavano corsi di aggiornamento, adesso raramente. La soluzione è affidata alla lungimiranza e all’efficienza di ogni singolo dirigente scolastico che potrebbe finanziare i corsi sulla piattaforma per il personale educativo alle proprie dipendenze. Intanto gli educatori restano senza aggiornamento con ripercussioni sull’utenza finale: gli alunni convittori”.
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